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L’Aquila dopo quattro anni una città fantasma

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Il quarto anniversario del terremoto del sei aprile del 2009 (309 vittime, 2000 feriti, 56 centri storici distrutti o semidistrutti fra cui quello dell’Aquila che e’ fra i piu’ grandi d’Italia) fa apparire la situazione ancora ingarbugliata, labirintica, ai limiti dell’assurdo, con una ricostruzione “pesante” ferma al palo.

Dopo il terremoto tutta la citta’, le sue 64 frazioni e i borghi del circondario furono evacuati e le abitazioni dichiarate inagibili.

Centomila sfollati trovarono rifugio in 170 tendopoli, negli alberghi della costa abruzzese, in affitti concordati, in autonoma sistemazione. Gli edifici, a seconda della gravita’ del danno furono classificati A (danni lievissimi), B e C (edifici temporaneamente o parzialmente inagibili), E (inagibili che richiedono interventi strutturali o addirittura ricostruzione ex novo come accadra’ in tantissimi casi nei centri storici).

Dopo quattro anni chi risiedeva in periferia ed alloggiava in abitazioni classificate A, B, C, sono praticamente rientrati.

Per quanto riguarda le case va fatta una distinzione fra quelle della periferia cittadina (la stima parla di migliaia di pratiche) e quelle del centro storico del capoluogo (piu’ di 15 mila). Nella periferia a macchia di leopardo si vedono cantieri in via di ultimazione, ma ancora molti sono quelli che devono partire.

A questi numeri vanno aggiunti quelli degli edifici dei centri storici nei Comuni del cratere. Il blocco totale riguarda invece il centro storico dell’Aquila, delle frazioni e degli altri borghi.