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Londra, la città … dei falchi

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Londra

Londra è… la città dei falchi. ma non parliamo dei falchi della Brexit, ma di quelli in carne e piume: i falchi pellegrini. Sono questi rapaci ormai scomparsi persino nelle belle campagne inglesi ad essere i nuovi protagonisti della vita delle metropoli.

Londra, la città dei falchi

Ad oggi, nella capitale del Regno Unito, vivono oltre trenta coppie di falchi pellegrini. A dirlo il Guardian in un suo recente articolo. Nel 2000, si pensi, erano soltanto due. Osservarli? E’ piuttosto semplice. A quanto pare questi splendidi esemplari nidificano su quelli che sono considerati i punti più alti della città come Battersea Power Station (quella della copertina di “Animals” dei Pink Floyd), sulla Tate Modern, sui tetti dell’ospedale di Charing Cross e… sul palazzo del Parlamento.

Londra, nella city oltre 30 coppie di falchi pellegrini

I falchi pellegrini sono considerati fra i predatori più importanti. Sono in grado di rapire le prede più grandi come le gru per esempio, ma, a Londra, in mancanza di gru, danno la caccia a piccioni, storni, gabbiani e parrocchetti oltre che altri uccelli migratori. sono considerati anche tra gli uccelli più veloci al mondo: superano i 320 km orari.

Londra, nata associazione “London Peregrine Partnership”

Come è nella tradizione british, è nata un’associazione che li protegge. Si chiama la “London Peregrine Partnership”. E ci sono volontari che vanno in giro per la city per monitorare i nidi: la posizione scoperta viene tenuta nascosta, per evitare che i pulcini siano rubati da bracconieri o venduti sul mercato illegale degli animali selvatici. Il vero pericolo per i falchi, oltre all’uomo, sono le volpi anche queste diffusissime a Londra.

E dire che, se a Londra, questi splendidi rapaci vengono protetti, non capita lo stesso altrove come in Italia. L’ultimo rapporto Wwf #FurtodiNatura: storie di bracconaggio Made in Italy parla chiaro. Il bracconaggio in Italia colpisce 8 milioni di uccelli ogni anno: tra questi ci sono proprio i falchi oltre alle aquile, cicogne, e altre specie rarissime, come l’ibis eremita, alle quali l’Europa dedica progetti di conservazione.

Ed esiste anche un legame molto stretto tra bracconaggio e criminalità organizzata, come nell’area del casertano, in cui sono stati per molti anni affittati anche a malavitosi i bunker interrati utilizzati per gli appostamenti alla fauna; molti bracconieri utilizzano spesso i ‘servizi’ della malavita, comprando armi modificate o con matricole cancellate, oppure sfruttano i canali di vendita illegali proprio per smerciare gli animali. A Ballarò a Palermo e a Sant’Erasmo a Napoli il fatturato del mercato nero di animali si aggira intorno ai 250.000 euro l’anno.

Forse dovremmo prendere esempio dal Made in England per salvare i falchi.