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L’ultima sfida di Google: sconfiggere… la morte

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morte, immortalità digitale

L’ultima sfida di Google? Potrà sembrare ambiziosa ma è quella di sconfiggere… la morte. 

Nonostante la copertina di Time Magazine intitolata Google vs. Death (Google contro la morte), il progetto che ha dato origine a tutto sulla carta, naturalmente, è meno irrealizzabile.

Google ha infatti deciso di investire in Calico, società il cui nome sta per California Life Company, con lo scopo di trovare nuovi modi per prevenire e se possibile annullare molti degli effetti sgradevoli legati all’invecchiamento avendo come obiettivo, in sostanza, il prolungamento della vita. Non sconfiggere la morte, dunque, ma ritardarla.

Larry Page, CEO di Google, è direttamente coinvolto nell’avventura anche per l’interesse personale che gli deriva dai propri problemi di salute: Calico – spiega – «potrà migliorare milioni di vite tramite progetti a lungo termine nell’ambito della salute e della biotecnologia». «L’invecchiamento e la malattia ci riguardano tutti – dalla riduzione della mobilità a quella dell’agilità mentale che si accompagna al crescere dell’età, fino alle malattie letali che esigono un terribile tributo fisico ed emotivo da individui e famiglie» ha raccontato Page.

L’amministrato delegato ha anche risposto, via Google+, ai dubbi di chi si chiede perché mai l’azienda decida di tanto in tanto di investire in campi così lontani dal proprio centro: «Non siate sorpresi se investiamo in progetti che sembrano strani o speculativi rispetto a ciò che facciamo ora. E ricordate che nuovi investimenti come questo sono piccoli rispetto al nostro core business» ha scritto Page.

Levinson ha commentato l’investimento di Google in Calico dichiarando: «Ho dedicato gran parte della mia vita alla scienza e alla tecnologia, con l’obiettivo di migliorare la salute umana. Il desiderio di Larry di concentrarsi su obiettivi enormi mi ha ispirato; sono emozionatissimo al pensiero di ciò che ci attende».

Quanto ai brevi tempi di cui parlavamo all’inizio, si tratta di pensare in grande scala; per ottenere i primi risultati, qualcosa che possa davvero migliorare la vita negli anni più avanzati, Google stima che ci vorranno tra i dieci e i vent’anni.

L’unico dubbio è che ancora non è dato sapere cosa ha in mente il mentore di Google. L’unico dato certo è che la sfida sembra, al momento, quanto mai “soprannaturale”.