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Nel Mediterraneo una foresta di camini calcarei

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camini calcarei

Il Mediterraneo nasconde una foresta di camini calcarei. E’ questa l’ultima scoperta di un team internazionale di ricerca in collaborazione con il Cnr. 
Il team internazionale della campagna oceanografica ‘Altro’ (Biocostruzioni in Adriatico Meridionale e Canale d’Otranto), a bordo della nave oceanografica Urania del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), diretta da Marco Taviani e Lorenzo Angeletti dell’Istituto di scienze marine di Bologna (Ismar-Cnr) ha fatto la scoperta sensazionale proprio al largo delle coste del Montenegro. 

Nel Mediterraneo una foresta di camini calcarei

“L’esplorazione dei canyon sommersi al largo delle coste del Montenegro e’ stata realizzata mediante un piccolo veicolo sottomarino manovrato dalla superficie, il Rov (Remotely Operated Vehicle) Pollux, che ha individuato, sul fondale fangoso a circa 450-500 metri di profondita’, una vera e propria ‘foresta’ costituita da camini calcarei. Alcuni, che superano i 50 centimetri di altezza, sono ancora in posizione verticale, mentre altri giacciono abbattuti sul fondo”, spiega Taviani. Per definire con certezza la genesi di queste foreste sottomarine occorreranno complesse analisi di laboratorio. “E’ pero’ plausibile che i camini naturali si siano originati dall’ascesa, in un passato geologico abbastanza recente, di fluidi ricchi in idrocarburi, probabilmente metano, attraverso la coltre dei sedimenti antichi che formano l’architettura di questo margine continentale”, aggiunge. Secondo Angeletti, “esempi simili sono noti in vari ambienti marini attuali e fossili, ma questa e’ la prima documentazione mediterranea di tale entita’”. Di grande interesse la concomitante scoperta, a queste stesse profondita’, di rigogliosi ecosistemi. “Il Rov ha documentato arbusti di corallo nero alti fino a due metri, abbondanti coralli bianchi soprattutto della specie Madrepora oculata, coralli gialli e campi di gorgonie sui fianchi dei canyon balcanici”, aggiunge Paolo Montagna, geochimico dell’Ismar-Cnr. “Alcuni esemplari sono stati prelevati e mantenuti vivi – continua – per essere trasferiti negli acquari scientifici del Principato di Monaco. I coralli sono preziosi archivi naturali per studiare processi quali i cambiamenti climatici e la acidificazione degli oceani”. ‘Altro’ e’ la prima missione oceanografica del programma europeo Coconet, che si protrarra’ fino a tutto il 2016. Vi hanno partecipato ricercatori, tecnici e studenti di varie istituzioni scientifiche nazionali (Universita’ di Ancona, Bari, Milano-Bicocca e Trieste, Ispra) ed europee (Albania, Croazia, Monaco e Montenegro), tra cui Edmond Hajderi dell’Universita’ di Tirana e Vesna Macic, dell’Istituto di Biologia Marina di Kotor-Cattaro.