Home C'era una volta Non passa la legge truffa

Non passa la legge truffa

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Il 7 giugno 1953 il voto degli italiani chiude una vicenda iniziata nel mese di gennaio dello stesso anno quando viene approvata dalla Camera una nuova legge elettorale, che conferisce il 65% dei seggi parlamentari al partito o al raggruppamento di partiti che ottenga più del 50% dei voti.

Milleseicento emendamenti

La sinistra, che l’ha definita “legge truffa”, ha tentato d’impedirne l’approvazione con una grande mobilitazione in Parlamento e nelle piazze. Alla Camera le opposizioni hanno presentato ben milleseicento emendamenti. Durante la sua discussione al Senato, nell’aprile 1953, la tensione tra i due schieramenti tocca l’apice con quaranta minuti di insulti e schiaffi.

Niente premio di maggioranza

Dopo la sua approvazione la battaglia si sposta nei seggi elettorali e la legge truffa non passa. Alle elezioni del 7 giugno 1953, infatti, la DC arretra e per poche migliaia di voti il raggruppamento dei partiti di governo resta senza premio di maggioranza. La legge elettorale verrà cambiata circa un anno più tardi.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".