Sembrerebbe un’idea stravagante quella di disegnare occhi sul sedere delle mucche, eppure un gruppo di ricercatori intenzionati a difendere le mandrie dagli attacchi dei leoni, ha solamente messo in pratica ciò che in natura funziona da sempre.
Gli occhi disegnati sui sederi delle mucche, una pratica antica
Botswana – Non sono solo gli uomini a mettere in atto strategie difensive dagli attacchi dei predatori, ma spesso è la natura stessa a trovare degli escamotage per ingannare gli animali più forti e far credere loro di essere stati scoperti. L’esempio più comune è quello delle farfalle con i loro disegni sulle ali che imitano gli occhi per scoraggiare gli uccelli, o quello dei tagliaboschi indiani che da secoli, prima di avventurarsi nelle foreste, indossano una maschera dietro la testa per proteggersi dalle tigri.
I leoni, ormai confinati in luoghi sempre più limitati, attaccano il bestiame e mettono in pericolo il sostentamento degli agricoltori che vivono nelle aree rurali i quali, a loro volta, per difendersi, li avvelenano o comunque cercano di ucciderli. Non possiamo certo dimenticare però, che i leoni africani sono elencati nella Lista Rossa IUCN tra le specie animali a rischio di estinzione ed è proprio dalla necessità di proteggerli che è nata l’idea di dipingere occhi sulle groppe del bestiame.
Difendere i leoni e non solo le mucche
Per affrontare questo problema è nato uno studio, capitanato dal dottor Neil Jordan, del Centre for Ecosystem Science dell’Università del Nuovo Galles del Sud.
L’idea di Jordan, tanto semplice quanto efficace, è stata quella di mettere in pratica un meccanismo di inganno psicologico e così i ricercatori hanno dipinto occhi su un terzo di una mandria di 62 bovini ed hanno atteso. I primi risultati sono stati molto promettenti: tre mucche non dipinte sono state uccise dai leoni, mentre le altre sono tornate indenni.
Ovviamente non basta questo per confermare l’efficacia della trovata e infatti in Botswana sono in corso ulteriori test per convalidare la soluzione anti-attacco. Lo studio ha raccolto più di un $ 8000 su una piattaforma di crowdfunding per l’acquisto di 10 GPS da bestiame e di un collare GPS radio che sarà montato su un leone selvaggio (sotto anestesia). La squadra del dottor Jordan dipingerà circa la metà del bestiame in un branco di 60 animali e userà i dispositivi GPS per monitorare i movimenti delle mucche e dei leoni per poter approfondire l’iniziativa: “Questo ci darà informazioni sui luoghi frequentati dalle mucche dipinte e non, per capire i rischi e individuare le aree dove si svolgono gli attacchi”, spiega Jordan.
Se l’idea funziona, potrebbe fornire agli agricoltori in Botswana, e non solo, uno strumento sostenibile e a basso costo per proteggere il loro bestiame, e un modo per mantenere i leoni al sicuro.
Fonte: odditycentral.com