Home C'era una volta Patachou, la monella parigina

Patachou, la monella parigina

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Il 10 giugno 1918 nasce a Parigi, nel borgo popolare di Ménilmontant, la cantante Patachou. Il nome con cui viene registrata all’anagrafe è quello di Henriette Ragon.

Un locale e un incontro

Il primo lavoro della sua vita è quello di impiegata presso le edizioni musicali Raoul Breton. Il suo primo incontro, indiretto, con la musica ma non dura a lungo. Lo scoppio della seconda guerra mondiale spinge la famiglia Ragon a lasciare Parigi e a trasferirsi per sicurezza nelle campagne della zona della Loira dove Henriette trova un lavoro da impiegata in una fabbrica. Qui incontra Jean Billon, un uomo di cui s’innamora, che sposa e con il quale mette al mondo un figlio, Pierre. Quando torna a Parigi si adatta a vari lavori. È così che si inventa, di volta in volta, venditrice di scarpe, pasticciera e antiquaria. Mentre la musica resta più che altro una passione nascosta da coltivare nel profondo del cuore. La situazione cambia improvvisamente nel 1948 quando Henriette e suo marito decidono di rilevare la gestione del Patachou, un ristorante-cabaret della zona di Montmartre. Nel Patachou Henriette può finalmente dare sfogo alla sua passione per il mondo dello spettacolo. Spinta dai clienti anche lei finisce per esibirsi e cantare qualche canzone. La svolta nella sua vita arriva quando la sua verve seduce un cliente d’eccezione come Maurice Chevalier che resta colpito dal suo carisma e la incoraggia a fare sul serio. Henriette ci crede e nel 1950 con il nome d’arte di Lady Patachou regalatole dai giornalisti parigini, inizia a farsi conoscere anche fuori dalle mura del suo locale. Ha trentadue anni e l’entusiasmo di una ragazzina.

Basta con la Lady

La sua voce rauca sottolineata da un’affascinante postura scenica seduce gli abitatori della notte e Lady Patachou vive un successo rapido e irresistibile. Nel 1953 anche gli Stati Uniti s’inchinano di fronte allo straordinario successo della sua tournée iniziata al Waldorf Astoria di New York e continuata con una lunga serie di spettacoli nelle principali città. I giornali parlano di lei come di “Una monella francese dal nome affascinante” e i locali che la ospitano sono tutti esauriti. È proprio in questo periodo che Henriette decide di accorciare il suo nome d’arte togliendo l’imbarazzante titolo di Lady e diventando per tutti e per sempre soltanto Patachou. Negli anni Sessanta e Settanta, di fronte ai grandi cambiamenti degli stili musicali e dei gusti del pubblico lei, una delle protagoniste del rinnovamento musicale del dopoguerra, preferisce tenersi un po’ in disparte e dedicarsi più al cinema e al teatro che alla canzone. Non abbandona, però, le scene e, di tanto in tanto, torna a regalare al pubblico concerti strepitosi. Nel mese di giugno del 2004 il ministro della cultura francese la insignisce del titolo di “Commendatore delle arti e delle Lettere”. Muore il 30 aprile 2015.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".