Home C'era una volta Philip Catherine, uno degli ultimi romantici del jazz

Philip Catherine, uno degli ultimi romantici del jazz

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Il 27 ottobre 1942 ad Arhersham, in Inghilterra, nasce il compositore e chitarrista Philip Catherine. Di madre inglese e di padre belga cresce in Belgio.

Affascinato da Brassens e Reinhardt

Ancora adolescente inizia a prendere lezioni private di chitarra dopo aver ascoltato lo chansonnier francese Georges Brassens e i dischi di Django Reinhardt. Si esibisce per la prima volta alla radio belga nel 1957 durante una gara per dilettanti e poi per la Giornata del jazz durante l’Esposizione Universale di Bruxelles nel 1958. A diciassette anni entra a far parte del trio dell’organista Lou Bennett. Nel 1963 dopo aver vinto il primo premio in una gara al Jazz Festival di Losanna su unisce col quartetto e il gruppo Saxorama diretti da Jack Sels. Successivamente suona anche con Sadi, Jack Van Poll e con l’Orchestra Jazz della Radio belga e nel dicembre 1970 si unisce alla Jean-Luc Ponty Experience. Nel marzo 1973 entra a far parte del Rhythm Combination and Brass di Peter Herbolzheimer.

Una carriera infinita

Nel dicembre 1973 è uno dei soci fondatori del Pork Pie, con Jasper van’t Hoff, Charlie Mariano, Jean-François Jenny Clarke, Aldo Romano. Due anni dopo entra a far parte dei Doldinger Jubilee e nel febbraio 1976 sostituisce Jan Akkermann nei Focus, e compie una tournée in Gran Bretagna. Alla fine del 1976 si unisce a Larry Coryell con il quale incide anche due album. Infinito è l’elenco dei musicisti con i quali suona nella sua lunga carriera. Tra i principali ci sonoLou Bennet, Jack Sels, Marc Moulin, Charlie Mariano, Toots Thielemans, Joachim Kuhn, Rolf Kuhn, Peter Herbolzheimer, Ferdinand Pavel, Scott Bradford, Jean-Luc Ponty, Zbigniew Seifert, Oliver Jackson, Mike Gibbs, Chris Hinze, John Lee e Gerry Brown, Sam Jones, Dexter Gordon, Niels Henning Orsted-Pedersen; Klaus Doldinger, Grappelly e Ponty, Larry Coryell, Charles Mingus. In anni recenti il quotidiano “Le Monde” ha scritto di lui: «Philip Catherine è uno degli ultimi romantici del jazz. Philip Catherine non suona la musica: è la Musica».

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".