Home C'era una volta Pierette, la stella italiana della Marsiglia delle gang

Pierette, la stella italiana della Marsiglia delle gang

SHARE

Il 24 luglio 1937 nasce a Nichelino, in provincia di Torino, Piera Bensi, destinata a conquistare una grande popolarità nella Marsiglia degli anni Settanta con il nome d’arte di Pierette.

L’incontro con Bécaud

Come spesso accade la carriera artistica della giovane Piera inizia quasi per caso negli anni Cinquanta quando partecipa più per gioco che per convinzione a un concorso canoro per dilettanti e lo vince. Della giuria fanno parte alcuni personaggi di spicco del mondo musicale dell’epoca. Tra loro ci sono gli autori Giovanni D’Anzi, Carlo Alberto Rossi e Norberto Caviglia che hanno parole di elogio per la ragazza e le pronosticano un futuro luminoso in qualità di cantante: «Lei ha talento. Lo metta a frutto». Piera non se lo fa dire due volte. Tenace e determinata inizia non si sottrae alla fatica dello studio e dell’esercizio vocale. Tanto impegno dà subito i primi risultati e la ragazza vince il festival della canzone piemontese che si svolge a Torino al Teatro Alfieri. È il viatico definitivo per il mondo della canzone e Pierette diventa una delle cantanti più presenti sui cartelloni dei locali torinesi. Il suo repertorio attinge alla tradizione melodica di tutto il mondo e, in particolare, alle suggestioni che arrivano dalla Francia degli chansonnier. Nel 1961 mentre si esibisce al Moulin Rouge di Torino si accorge che tra il pubblico c’è Gilbert Bécaud, uno dei suoi autori preferiti. Pierette decide di cambiare la scaletta e anticipare un paio di brani composti dall’importante spettatore. Con un po’ di emozione intona le prime note e le prime parole di Le mur poi si rilassa e la sua voce diventa ferma, sicura e seducente come sempre. Al termine Bécaud l’applaude convinto. Lei ringrazia e si lancia in Croque mitoufle, un brano scritto da Bécaud nel 1958 e inserito nella colonna sonora del film omonimo. Al termine dell’esibizione Gilbert Bécaud si complimenta con lei e la invita ad andare a Parigi, ma la ragazza è costretta a declinare l’invito perchè ha già sottoscritto una serie di contratti che prevedono anche la sua esibizione di fronte a Mohammad Reza Pahlavi, l’ultimo Scià di Persia.

I padroni della notte

A dividere gli impegni con lei ci sono anche personaggi di fama internazionale come Jacqueline François, la più famosa interprete di Mademoiselle de Paris, Harold Nicholas e altri. Pierette allaccia anche una fraterna amicizia con Farah Diba, la terza e ultima moglie del sovrano persiano. In quel periodo incontra poi il musicista Carlo Alessandri, un uomo che si rivela determinante per la sua carriera artistica e per la sua vita sentimentale. Pierette, infatti, entra a far parte della sua formazione orchestrale come voce solista e nel 1965 lo sposa. Proprio con l’ensemble di Alessandri si esibisce in moltissimi locali notturni di vari paesi europei. Negli anni Settanta, con un ritardo di una decina d’anni sull’invito di Bécaud arriva finalmente in Francia. Dopo una lunga serie di applaudite esibizioni al cabaret Le Rêve di Parigi si trasferisce sulle sponde del Mediterraneo diventando una delle stelle di prima grandezza delle notti musicali di Marsiglia. Il grande successo marsigliese di Pierette coincide con un periodo molto turbolento della città meridionale francese. Il clima che si vive nei locali è molto simile a quello portato sul grande schermo nel 1972 dal regista Josè Giovanni con il film “La scoumoune”, uscito in Italia con il titolo de “Il clan dei marsigliesi” e interpretato da Claudia Cardinale, Jean-Paul Belmondo e Michel Constantin. La malavita e le gang erano una componente stabile delle serate nei locali. «Erano i padroni della notte e c’era sempre un tavolo a loro riservato anche quando il locale era stracolmo di pubblico». Così ricorda quegli anni Pierette che si esibisce soprattutto al mitico Real Club di rue de Catalans. Negli anni Ottanta la sua attività diminuisce progressivamente fino al ritiro dalle scene. Oggi Pierette Bensi vive tra “le vieux port” di Marsiglia e la residenza della sua famiglia di origine a Rivanazzano, in provincia di Pavia.

Previous articleJames Senese Napoli Centrale al Mundus di Reggio Emilia
Next articlePanino Italiano, svolta green
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".