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Plastiche, via dalle Alpi!

Alpi via le plastiche

23 escursioni, di cui 15 con pulizia di 197 km di sentieri per un totale di 98 kg di rifiuti di plastica raccolti (circa mezzo chilo a km), 20 campionamenti di neve prelevati in 5 aree della Alpi occidentali dal versante piemontese del Gran Paradiso alle Alpi Marittime, 238 volontari coinvolti: questi alcuni dei numeri da presentare giovedì 3 marzo presso il Politecnico di Torino per A-Stop the ALPs becoming Plastic MountainsEvitiamo che le Alpi diventino montagne di plastica. Il progetto altamente innovativo e sviluppato nel corso di tutto il 2021, è stato ideato e realizzato dall’European Research Institute di Torino, e ha goduto del fondamentale apporto scientifico del Dipartimento di Scienze Applicate e Tecnologia del Politecnico di Torino, coordinato dalla professoressa Debora Fino e dall’ingegner Camilla Galletti.

Il progetto, il primo sulle Alpi, di queste dimensioni geografiche e con questa varietà di interventi, si è sviluppato su diversi livelli: sensibilizzazione all’inquinamento da plastica, educazione, formazione, prevenzione, ricerca.

A “monte” di questa attività una larga compagine di attori: 4 rifugi alpini ‘pilota’; 8 scuole, 33 classi, 660 studenti coinvolti (dalle elementari alle scuole superiori); 19 eventi di formazione per professionisti della montagna, 56 ore, 380 partecipanti.

Stop the ALPs becoming plastic mountains si è svolto in collaborazione con i rifugi Guido Muzio (valle Orco-Gran Paradiso), Les Montagnards (val d’Ala-valli di Lanzo), Selleries (val Chisone-Parco Orsiera Rocciavré) e Pagarì (valle Gesso-Parco Alpi Marittime) e finanziato da European Outdoor Conservation Association (EOCA) che ha premiato la proposta – insieme ad altre 5 in ogni angolo del Pianeta: Brasile, Colombia, Spagna e Gran Bretagna – al termine di una selezione tra 180 programmi da tutto il mondo. Il progetto ha l’obiettivo di proteggere l’habitat di alta montagna, uno degli ultimi ambienti incontaminati dell’Europa meridionale, dall’inquinamento da plastica perché, contrariamente a quanto si possa pensare, azioni indiscriminate e incoscienti contribuiscono a colpire anche i territori più selvaggi e puri delle vette alpine, quindi anche quella straordinaria biodiversità e quegli ambienti che sono alla base del benessere e dell’economia delle aree più avanzate dell’intera Europa. Un patrimonio messo a rischio non solo dal cambiamento climatico, ma anche dall’invasivo inquinamento da plastica.

In questi ultimi 5 anni – spiega Franco Borgogno, Responsabile Progetti Ambientali di European Research Institute – abbiamo acquisito una grande esperienza sul tema dell’inquinamento da plastica: dall’Artico al Mediterraneo, dai fiumi alla neve. Attraverso un’azione ‘sistemica’ e strutturale sulle montagne, vogliamo valorizzare e proteggere le Alpi come fonte di benessere per le grandi aree urbane che le circondano, l’intero continente, e i rifugi alpini come elementi chiave della sostenibilità e della sensibilizzazione”. E prosegue “Queste attività ci hanno permesso di coinvolgere un grande numero di persone e, grazie al successo che hanno riscosso, di poter proseguire il lavoro ampliando notevolmente l’area di intervento e il numero di iniziative. Con il nuovo progetto CleanAlps, che durerà fino al luglio 2023 ed è finanziato da The North Face Explore Fund, arriveremo a 40 interventi di pulizia sui sentieri di tutte le Alpi nord-occidentali, formeremo professionisti della montagna e relativi amministratori, e svolgeremo ulteriori interventi educativi nelle scuole, sensibilizzando la popolazione locale e non alla citizen science. Infatti, non solo puliremo i sentieri ma – seguendo i protocolli internazionali – catalogheremo tutto ciò che raccoglieremo in modo da registrare dati che rendano più semplice la prevenzione. Tutti potranno partecipare a questa attività di ricerca scientifica, immersi nella meraviglia delle Alpi: basta contattarci”.

“Questo progetto ha subito attirato la mia attenzione – spiega Debora Fino, Resources Manager del Green Team del Politecnico di Torino, “perché credo che una Università pubblica al servizio del Paese si debba impegnare per proteggere e salvaguardare uno tra i beni più preziosi che abbiamo, le Alpi, che costituiscono un patrimonio culturale di grande valore e un insieme di ecosistemi naturali di rara bellezza”.

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