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Renault. Sospetti sulle emissioni di CO2

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Un nuovo scandalo sulle emissioni truccate travolge questa volta la casa francese Renault, che si difende ma vive una giornata difficile in borsa: il titolo crolla e il governo francese interviene per spiegare che non ci sono frodi con software manomessi come fu per Volkswagen , ma solo sforamenti di limiti.

Renault. Sospetti sulle emissioni di CO2

A seguito di alcune perquisizioni, test  e controlli sulle emissioni  di CO2  delle auto di casa francese, il ministro responsabile per Ambiente e Trasporti, Ségolène Royal, ha assicurato, in una conferenza stampa a Parigi, che il software truccato “non esiste” e che è stato osservato solamente “uno sforamento delle norme” sul Co2 e sull’ossido di azoto, ma “nessuna frode”.

Nonostante queste rassicurazioni la giornata in borsa per Renault è stata difficile , benché  ci sia stato un tentativo di contenere le perdite grazie al calo delle riserve di gas naturale statunitensi che ha mosso al rialzo dai minimi il petrolio e fatto scattare timidi acquisti sui titoli delle materie e dell’energia. Il clima è rimasto quindi molto nervoso nonostante Wall Street sia partita in chiaro recupero e i cali delle Borse europee non sono stati drammatici (Parigi -1,8%, Francoforte e Milano -1,6%, Londra -0,7%): nel corso della mattinata infatti, i listini europei delle vendite sono progressivamente peggiorati.

La Francia portabandiera in difesa del clima

Il caso Renault risuona come una beffa per una nazione come la Francia che ha fatto della tutela del clima il suo obiettivo primario. Dopo i successi della Cop21 e l’atteggiamento da primi della classe soprattutto verso gli alleati\rivali tedeschi, i sospetti su Renault  hanno avuto l’effetto di un terremoto. Renault dal canto suo ha confermato le perquisizioni che fanno seguito a un’indagine già avviata ad ottobre, ma ha assicurato che tutti i test realizzati su richiesta del governo non evidenziavano alcuna frode.

Oltre a Renault, le analisi condotte dallo scorso autunno da una commissione indipendente, hanno riguardato le vetture di altri costruttori: Psa, Volkswagen, Mercedes, Ford, Opel e Bmw.

Fonte: Ansa