Home C'era una volta Roxette: l’exploit di un duo svedese

Roxette: l’exploit di un duo svedese

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L’8 aprile 1989 al primo posto della classifica dei singoli più venduti negli Stati Uniti c’è The Look, una canzone interpretata da un duo di cui nessuno ha mai sentito parlare fino a poco tempo prima.

Non sono alla prima esperienza

Sono i Roxette, un chitarrista e una cantante svedesi che da tre anni si esibiscono insieme. Nessuno dei due è alla sua prima esperienza. La cantante, Marie Fredriksson, ha alle spalle una lunga militanza nelle Mama’s Barn, mentre il chitarrista Per Gessle è stato il leader della band dei Gyilene Tider. Entrambi, prima di unire le forze, hanno tentato la fortuna come solisti senza particolari risultati. Quando, nel 1986, si mettono insieme prendono a prestito il nome dalla canzone Roxette dei Dr. Feelgood. Pieni d’entusiasmo debuttano nello stesso anno con l’album Pearls of passion che lascia indifferenti sia il pubblico che la critica. Il brutto inizio sembra chiudere prematuramente il progetto artistico. Nel 1987 Marie tenta di nuovo l’avventura solistica con un nuovo disco destinato a non lasciare traccia. Proprio la deludente esperienza della cantante ridà fiato all’idea di recuperare il progetto del duo. Questa volta si impegnano seriamente e in pochi mesi ottengono un nuovo contratto discografico. Dopo una lunga e puntigliosa serie di sedute di registrazione sostenute da un intelligente lavoro sulla qualità del suono alla fine del 1988 viene immesso sul mercato internazionale il loro album Look sharp, sostenuto dalla pubblicazione in singolo del brano estratto  The Look.

Eredi degli Abba?

Proprio lo straordinario successo di quest’ultimo traina nelle prime posizioni delle classifiche di tutto il mondo l’album del duo svedese. Amati dal pubblico e considerati dalla critica come gli eredi naturali degli Abba, il più illustre gruppo svedese prima di loro, i Roxette centrano nel 1990 il loro terzo primo posto nella classifica dei singoli degli Stati Uniti con It must have been love, un successo mondiale inserito nella milionaria colonna sonora del film “Pretty woman”. Gli anni Novanta sembrano iniziare sotto i migliori auspici per il duo che pubblica nel 1991 un nuovo album destinato al successo come Joyrider e arriva con l’omonimo singolo per quarta volta al primo posto della classifica statunitense, un exploit mai riuscito agli Abba. Il pubblico, però, comincia a dare segni di stanchezza. Dopo il doppio album Tourism, una sorta di “pastiche” con canzoni, brani inediti e varie curiosità registrate durante il tour mondiale del 1991/1992, non riusciranno più a ripetersi ai livelli del loro miglior periodo.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".