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Scoperto ragno volante, si studia per i robot

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ragno volante

Si chiama Cebrennus Rechenbergi ed è l’ultima specie di ragno volante appena scoperta nel bel mezzo del deserto marocchino. Il ragno ha una particolarità: riesce a compiere delle mirabolanti acrobazie tanto che le sue mosse sorprendenti vengono, ora, studiate dagli scienziati per realizzare robot che siano in grado di fare altrettanto.

La scoperta si deve al dott. Rechenberg dell’Università di Berlino, il primo ad individuarlo. Rechenberg, un biologo, da oltre trent’anni ogni anno si reca nel deserto per studiare il comportamento degli animali in regioni assolutamente inospitali e, soprattutto, per capire quali sono i meccanismi del risparmio di energia che questi mettono in atto.

Il ragno volante compie sorprendenti acrobazie

Il ragno volante – conferma Reichenberg – da questo punto di vista è sorprendente. Perché? “In quelle condizioni, nessun animale sarebbe in grado di balzare in aria a 6.6 metri di distanza raddoppiando la sua velocità”. Si comporta proprio come un acrobata: lanciando la sua tela e riuscendo ad aggrapparvisi in volo. Un comportamento che questo tipo particolare di ragno adotta, probabilmente, solo per sfuggire ai predatori. E’ infatti dimostrato che, se compisse questo tipo di acrobazia per cinque volte di seguito al giorno nelle condizioni particolarmente sfavorevoli del deserto, morirebbe.

Proprio dal suo incredibile movimento il Cebrennus Rechenbergi è oggetto di studio da parte degli scienziati che lavorano per realizzare un modello di robot che possa muoversi sulla sabbia con la stessa agilità e riuscendo a risparmiare tanta energia.

Lo studio del ragno volante aiuterà la robotica

“Studio gli animali del deserto dove non c’è molta energia disponibile,” ha dichiarato il professor Reichenberg. “Questo è il motivo per cui sono andato ogni anno per più di 30 anni nel deserto, proprio per tentare di capire cosa fanno gli animali per risparmiare energia.”

Nonostante le regolari visite del dottor Rechenberg alla regione, il ragno è rimasto praticamente sconosciuto fino ad ora. “Alcuni segreti della natura – conclude Rechenberg – restano nascosti anche se sono molto vicino a noi.”