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Sisma, Norcia devastata. Un patrimonio estinto

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La Basilica di San Benedetto sorgeva, secondo la tradizione, sulla casa natale dei santi Benedetto e Scolastica, costruita intorno al XIIesimo secolo con successivi restauri, ora è solo macerie. Così come sono rimaste macerie della cattedrale di Santa Maria, della chiesa di San Francesco, delle chiese di Santa Rita e di Sant’Agostino. Norcia è devastata e, con essa, si è sbriciolato un immenso patrimonio artistico.

Sisma, Norcia devastata. Un immenso patrimonio in macerie

E’ lunghissimo l’elenco dei beni culturali finiti in macerie. E dire che Benedetto è il patrono dell’Europa. Ed è come se, guardando ripetutamente quelle immagini in cui si vedono le navate sbriciolarsi, si perdesse in pochi minuti, sotto lo sguardo del mondo, secoli di storia e di un passato difficile da ricostruire.

A guardare la piazza del centro abitato dove, poco dopo la tremenda scossa, l’ultima che ha devastato l’Umbria, si coglievano solo gli sguardi attoniti dei cittadini seduti con qualche coperta sulle spalle, in un’attesa infinita, volgendo lo sguardo, appunto, sulla piazza, è facile comprendere cosa sia davvero andato perduto: un patrimonio artistico e culturale immenso.

Sisma, distrutto anche il campanile, una delle meraviglie dell’Umbria

Basta sollevare gli occhi sulla sinistra della basilica, qui c’era il campanile, una delle meraviglie dell’Umbria, costruito nel 1388 poi restaurato è sgretolato.

Sempre sulla piazza vicino la Basilica, la chiesa di S. Maria Argentea, crollata per due terzi seppellendo anche un organo settecentesco. All’interno  – spiega all’Ansa Romano Cordella, storico dell’arte, che ha scritto molto sulle bellezze di Norcia e del suo territorio – c’era un crocifisso ligneo di Giovanni Tedesco del 1400 così come altre due statue di cui non si sa nulla.

Sisma, lesionate le chiese di S. Francesco, S. Rita oltre alla Basilica del Santo d’Europa

Ancora: sempre sulla piazza vi era la chiesa trecentesca di San Francesco praticamente ora squarciata a metà. All’interno c’era il capolavoro di Jacopo Siculo del 1541.  Nelle vicinanze si vede quel che è rimasto anche di Santa Rita, con la sua facciata settecentesca. Dentro vi erano arredi scampati dal terremoto del 1979 e raccolti con altre statue lignee che adornavano le pareti.

E l’elenco di interminabile strazio continua con le chiese di Sant’Agostino, di San Salvatore, di cui si vedono le ferite vive impresse nel marmo e con i loro affreschi del 15esimo secolo sommersi dalla polvere.

La domanda è d’obbligo: Norcia tornerà al suo splendore?  Ed è la stessa e riguarda tutte le opere d’arte dei piccoli e splendidi paesini con dei gioielli unici del nostro patrimonio artistico colpiti dall’ultimo terremoto. Norcia, con tutta probabilità, questo è sicuramente l’auspicio, si riprenderà e rinascerà dalle sue stesse macerie ma quella parte del suo passato di vestigia antiche e uniche non potrà mai venire rimpiazzato, nonostante tutto. L’unica speranza è che le opere restino e tornino in vita in quel che è rimasto di tanta bellezza perduta. La ricostruzione parte anche, anzi soprattutto, da questo: dalla conservazione e dal restauro dei beni culturali. Se non dovesse accadere, non si perderà solo un inestimabile patrimonio dell’umanità tutta ma l’identità stessa di un’intera comunità.