Home C'era una volta Skip James, il bluesman che non amava il Nord

Skip James, il bluesman che non amava il Nord

SHARE

Il 9 giugno 1902 a Bentonia, nel Mississippi, nasce il cantante, chitarrista e qualche volta pianista Nehemiah James destinato a diventare un bluesman famoso con il nome di Skip James

Il blues e i primi dischi

Skip viene influenzato, per sua stessa ammissione, da molti chitarristi locali e in qualche modo rappresenta il suo stile è profondamente radicato nelle esperienze dei bluesmen della zona del Mississippi. Nel 1931, mentre suona nella città di Jackson, viene notato da H.C. Spears, produttore della Paramount, che lo invita a incidere alcuni dischi. Per la prima volta nella sua vita James si trasferisce al nord dove incide ben diciassette brani, di cui quattro al piano. Scopre però che non gli piacciono né il Nord né le sale di incisione.

L’abbandono e il ritorno

Deluso dall’esperienza discografica quando torna a Jackson matura la decisione di lasciare addirittura la musica. Non è una scelta definitiva. Nel 1964 infatti mentre è Tunica nel Mississippi, ospite a casa di un suo amico, il chitarrista Ishman Bracey, viene convinto a tornare sulle scene. La sua rentrée è trionfale e al festival di Newport costituisce una lieta sorpresa per molti appassionati di blues. Non è l’inizio di una bella avventura, però. Poco tempo dopo scopre di avere una malattia incurabile e si ritira per sempre. Muore, in assoluta povertà, il 3 ottobre 1969 a Philadelphia, in Pennsylvania.

 

Previous articleOceani: 10 ragioni per difendere il nostro patrimonio blu
Next articleTurismo 2023: gli ospiti scelgono strutture con stazioni di ricarica elettrica
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".