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Stop alla stagione venatoria, si contano le vittime

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stagione venatoria

Si chiude la stagione venatoria e si contano le vittime: un bollettino di guerra per bambini, animali e ambiente.

Si ferma la stagione venatoria, la conta è una strage

Finalmente si chiude la stagione venatoria e 8 italiani su 10 tirano un sospiro di sollievo. I dati, diffusi da Eurispes, parlano chiaro: restano ancora favorevoli alla caccia solo un quinto della popolazione (21,2%), contro il 24,4% dello scorso anno.

E visto i dati che l’Associazione vittime della caccia ha raccolto, come dargli torto?

Dei 64 feriti nell’ultima stagione venatoria, un quarto sono persone totalmente estranee alla caccia e se vogliamo restringere la cifra solo ai bambini, dal 2007 a dicembre 2015 sono stati uccisi 11 minori e ne sono stati feriti 23. Gli animali ovviamente restano le prime vittime: in un anno ne sono stati uccisi oltre 154 milioni.

Gli EcoRadicali hanno creato una mappa online sugli incidenti in Italia e danno battaglia, tanto da essere accusati dalla Federcaccia di distorcere i dati. Federcaccia Bergamo ad esempio,  ritiene che i dati pubblicati dall’associazione siano fuorvianti e tendenziosi, sottolineando «Fermo restando che in ogni attività umana anche un solo incidente è sempre di troppo e che le associazioni venatorie sono costantemente impegnate in campagne di sensibilizzazione dei propri iscritti all’adozione di comportamenti sul terreno di caccia che possano ridurre a zero il rischio di incidenti nell’uso delle armi da fuoco…”

Stagione venatoria, 25.000 tonnellate di piombo nell’ambiente

La stagione venatoria viene sempre regolata e prevede un massimo numero di animali che possono essere abbattuti. Va da se che controllare questi limiti e farli rispettare è praticamente impossibile.
Secondo un calcolo annuale basato sul numero medio di colpi esplosi da ciascun cacciatore, si è stimato che nel 1980 in Italia venissero utilizzate 1.100.000.000 cartucce, scese a circa 700.000.000 alla fine degli anni ’80 a seguito della diminuzione del numero delle licenze; sulla base di questi conteggi, la caccia lascia sul terreno al nostro paese qualcosa come 25mila tonnellate di piombo.

Numerose ricerche hanno dimostrato come il munizionamento da caccia rappresenti una fonte non trascurabile di inquinamento da piombo, in grado di avvelenare gli uccelli selvatici, contaminare il terreno e determinare un rischio sanitario per l’uomo. Il piombo avvelena il terreno e le acque….