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Tra libri e aperitivo, in scena Gaja Cenciarelli

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Gaja Cenciarelli
Gaja Cenciarelli con Graziano dell'Anna in un momento della serata

Si è tenuto lo scorso sabato 8 novembre nella cornice della libreria Libri&Bar Pallotta, l’incontro con la scrittrice e traduttrice Gaja Lombardi Cenciarelli che ha presentato al pubblico il suo libro Sangue del suo sangue (Nottetempo, 2011).

Gaja Cenciarelli e gli anni di piombo

Libri a mollo, protagonista Gaja Cenciarelli

Introdotta e condotta dal critico letterario Graziano dell’Anna, la serata, promossa all’interno del ciclo di incontri Libri a mollo, ideata e organizzata dal libraio di Ponte Milvio Carmelo Calì, è stata un’interessante occasione per parlare di argomenti mai scomparsi dal dibattito politico, sociale e culturale del nostro Paese come gli anni di piombo, le vittime del terrorismo e le Brigate Rosse. Ma, scorrendo le pagine del libro, ci si accorge che queste dolorose vicende della nostra Storia costituiscono solamente la cornice entro la quale la Cenciarelli intende narrare le vicende di una donna, Margherita, e delle sue vicissitudini personali e professionali.

Una donna negli anni di piombo

Nell’illustrare il libro, l’autrice romana, traduttrice dall’inglese in narrativa e saggistica e specializzata in lingua e letteratura irlandese, si è soffermata immediatamente sulle tematiche principali delle sue pagine, ossia il “Potere”, la discriminazione sessuale, la sofferenza e il dolore causate dal sopruso e dalla prevaricazione. La protagonista indiscussa di Sangue del suo sangue è Margherita Scarabosio, figlia di un autoritario generale dei carabinieri assassinato dalle BR. Donna dal carattere mite e fragile, è continuamente perseguitata dalle figure maschili della sua vita: dal padre al fratello fino a Pierfrancesco, personaggio di cui lei è innamorata. Proprio quest’ultimo le propone di divenire Presidentessa del Comitato per il Sostegno ai Familiari delle Vittime delle BR che, nella realtà dei fatti, è solo uno stratagemma dell’imprenditore Bruno Chialastri per porsi al centro della campagna elettorale del 2006 in cui è candidato con la destra. Ma, nello stesso tempo, un gruppo di redivivi brigatisti tenta di infiltrarsi nel comitato elettorale di Chialastri per assassinarlo durante le elezioni mettendo così Margherita, per la seconda volta nella sua vita, di fronte a coloro che hanno ucciso il padre.

Un personaggio che contrasta il Potere

Proprio sulla personalità della protagonista, Graziano dell’Anna ha messo l’accento chiedendo all’autrice come faccia Margherita a sopravvivere in mezzo a tutta questa violenza. E Cenciarelli ha risposto che la donna riesce a sopportare le varie situazioni in cui si trova coinvolta grazie al fatto che mantiene, dentro di sé, una sorta di fiammella che la tiene in vita; una fievole luce che la sostiene nel suo tentativo di cercare una via d’uscita e che le permetterà di ritrovarsi senza l’aiuto di nessuno e senza trovare mai l’amore di un uomo. È un personaggio che sembra piegarsi al volere di tutti, fragile e dimessa ma Margherita, esperienza dopo esperienza, riesce a recuperare la sua vita contrastando il “Potere” e le figure che cercano di padroneggiarlo. Perché è proprio il “Potere”, sottolinea la Cenciarelli, che tutti quanti cercano di conquistare: dall’ambizioso Chialastri alla sua segretaria Camilla, in realtà infiltrata brigatista, dal viscido Pierfrancesco a Giovanna, figlia di Chialastri. E sullo sfondo, il ritorno del Terrorismo Rosso.

Tutti i personaggi, ha continuato la Cenciarelli, hanno una caratterizzazione negativa perché mossi da una profonda brama di potere e non si fanno scrupoli nell’utilizzarlo, impiegando tutte le risorse e i mezzi di cui dispongono. Verso la conclusione della presentazione e parlando dello stile narrativo della scrittrice romana, Graziano Dell’Anna ha sottolineato come Gaja Cenciarelli possieda un talento unico nel rappresentare la crudeltà, declinandola in tutti i suoi aspetti e da tutte le prospettive, fosse quella del carnefice o della vittima. Concludendo la serata l’autrice romana ha evidenziato che, in fondo, la sua volontà principale era quella di rappresentare come la violenza abbia sempre lo stesso scopo: quello di perpetrare l’odio e di distruggere sempre e comunque la bellezza che, nel caso di Sangue del suo sangue, è rappresentata dalla protagonista stessa ossia Margherita.