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Usa, al via maxi processo contro Bp

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processo bp

Ha preso il via a New Orleans il processo civile per determinare le sanzioni da comminare alla compagnia petrolifera britannica Bp, responsabile della marea nera nel Golfo del Messico dopo l’incidente alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, nell’aprile del 2010.

“La Bp è responsabile e pagherà il conto”, era il 2 maggio del 2010 e le parole del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama furono chiare e determinate. Erano passati pochi giorni dal 20 aprile, da quando la piattaforma esplose causando 11 morti e uno dei più grandi disastri ambientali nella storia degli Stati Uniti.

Usa, al via maxi processo contro Bp

Dal pozzo petrolifero Macondo fuoriuscirono oltre 5 miliardi di barili di greggio e ci vollero 87 giorni e svariati tentativi prima che si riuscisse a tappare la falla. Un tempo infinitamente lungo durante il quale la “marea nera” ha distrutto la fauna e la flora locale e messo in ginocchio l’economia della zona interessata.

Gli Stati Uniti chiedono sanzioni per più di 16 miliardi di dollari. Una cifra che la Bp, nonostante uno sconto di circa 4 miliardi di cui ha già beneficiato, ritiene sproporzionata. Per affrontare il maxi-processo, che ruota tutto sulle presunte “gravi negligenze” di Bp nella gestione della piattaforma, la Casa Bianca ha costituito una vera e propria task force di legali, in cui sono stati reclutati 300 tra i migliori avvocati della Nazione.

Stessa cosa sul fronte opposto, con il coinvolgimento da parte della Bp di 4 tra i più potenti studi del pianeta. Questo processo, però, non servirà a determinare le responsabilità penali della Bp né i rimborsi per i danneggiati, decisi in un processo a parte che secondo il Wall Street Journal non si svolgerà prima del 2014.