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Valentina Stangherlin Forzano: «Sono una mamma green»

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Valentina Stangherlin Forzano

Valentina Stangherlin Forzano potrebbe davvero essere l’esempio della donna moderna: autrice affermata, sposata (con uno dei registi più in vista della TV italiana – Duccio Forzano) e non per ultimo, mamma di due splendide bambine. Attualmente sta lavorando al montaggio di una nuova serie web. Ecco l’intervista di Daily Green.

“Insieme con Celestina Pistillo e mio marito Duccio – racconta – stiamo montando una nuova web serie. Si tratta di una serie pensata in chiave comica, che si intitola “CELERENTOLA”. Il personaggio principale è una giovane donna, Celestina appunto, che dopo la laurea si affaccia nel mondo del lavoro e viene trascinata in una serie di situazioni paradossali e divertenti. Gli episodi sono molto brevi, come impone il linguaggio del web, ogni episodio dura un minuto e mezzo circa, ma nulla vieta che possa diventare un prodotto televisivo. Speriamo che piaccia, poi si vedrà…”

Raccontami un po’ di te. Come hai iniziato a lavorare in TV? E’ successo per caso, come a volte capita nella vita, oppure è stato un tuo preciso obiettivo?
Direi che sono andata dritta all’obiettivo: sono cresciuta pensando che avrei voluto lavorare in TV, anche se non sapevo nemmeno esattamente cosa avrei voluto fare. Poi sai, io sono nata in provincia, a Terni, mio padre era un avvocato affermato e quindi il mio avvenire sarebbe potuto essere molto diverso; verso la fine del liceo mi assalirono molti dubbi, mi sentivo portata per l’arte, per la cultura, per lo spettacolo ed ero certa che non sarei mai stata all’altezza del mestiere di mio padre: sarei stata un avvocato mediocre. La mia fortuna alla fine è che ho sempre avuto le idee chiare: mi interessava l’arte, il cinema, il teatro e la televisione, così all’università mi sono iscritta a Lettere con indirizzo storico ed artistico e ho potuto coltivare le mie passioni.
Stavo sempre a guardare la TV. A 20 anni m’incantavo davanti ai programmi di Maurizio Costanzo e mia madre si arrabbiava perché facevo sempre tardi e non riusciva a capire cos’era che mi piacesse così tanto. Avevo un vero debole per Maurizio Costanzo: era geniale e super innovativo. Insegnava “scienza delle comunicazioni” e anche se fuori dalla mia facoltà (La Sapienza, ndr), andai a fare questo esame e lui, che ha la grande dote di riconoscere nelle persone il fuoco della passione, mi disse: “mi raccomando non abbandonare, tieni duro”. Così ho continuato, mi sono laureata nel luglio del 2002 e già a settembre avevo un primo lavoro: seguivo una mostra sui Borgia a Palazzo Ruspoli, ero a tutti gli effetti una storica dell’arte, ma nel frattempo accantonai l’idea di fare televisione: venivo dalla provincia e non avevo nessuna conoscenza.
Poi uscì il bando per un concorso: era una vera e propria scuola di televisione all’interno di Mediaset e per di più proprio con Maurizio Costanzo come insegnante: frequentai questo corso per giovani autori e in qualche modo appresi le basi di questo bellissimo mestiere. Bhè, ma io lo so che ho avuto fortuna! Nel corso c’era gente molto più preparata di me che già lavorava in TV. Io avevo solo una laurea, tanta passione ed un piccolo lavoro. Feci due prove scritte e un test attitudinale che andò molto bene, così, dopo sei mesi di stage formativo, iniziai a lavorare a “Forum” e poi “Buona domenica” e altri programmi Mediaset.

Non hai mai avuto dubbi, qualche ripensamento?
No, mai. All’inizio magari mi adattavo a fare qualsiasi cosa: ero cosciente di essere già stata baciata dalla sorte e quindi non mi lamentavo, imparavo e andavo avanti, ma sentivo che quello era il mio posto. Poi ho incontrato mio marito Duccio, abbiamo lavorato insieme in un progetto teatrale, ci siamo sposati e, quando sono rimasta incinta della mia prima bambina (Emilia, 7 anni), mi sono fermata per un po’. Le mie due figlie (c’è anche Teresa che ora ha 3 anni) sono sempre e comunque la priorità e se tornassi indietro rifarei ogni cosa che ho fatto: i figli sono l’unica cosa vera della vita, la più importante per una donna, anche per una come me che ama perdutamente il suo lavoro!

Poi, dopo le bambine, sei tornata a fare televisione.
Ho iniziato a fare cose da indipendente. I contratti TV mi avrebbero legato troppo: quando fai questo lavoro è impossibile starci dentro con gli orari e magari viaggiare, non è facile se hai una famiglia, così mi sono messa a scrivere, ho fatto un po’ di teatro, dei videoclip, insomma ho esercitato la libera professione, però ti dico che se dovessi camparci, non potrei. E’ diventato molto difficile, si lavora sempre con budget molto limitati, non si sperimenta mai niente di nuovo e chi ti produce non vuole rischiare; non si investe più nell’incerto, quindi si rimane lì, sempre fermi sulle stesse posizioni, senza sperimentare nulla di nuovo. Con il web è molto più facile, c’è molta più libertà, è uno spazio ancora tutto da scoprire.

Uno dei motivi principali è che siamo in un momento di passaggio, di crisi, e questo investe ogni campo, compreso quello della TV, non credi?
La crisi sì, certo. Hai ragione, stiamo passando un vero e proprio momento di cambiamento, anche nella TV; ed è un cambiamento irreversibile a mio parere. La televisione come l’abbiamo fatta noi non esiste più, sta cambiando il linguaggio, ecco perché sto sperimentando il Web. Vediamo che succede.

Mi sembri una persona molto ottimista.
Lo sono.

Senti Valentina, ci racconti il tuo lato “green”?
Sì, sono decisamente a favore dell’ecologia. In primis sono una che si alimenta in maniera responsabile. Non mangio carne, non mangio latticini e mangio pesce solo locale. Non sono un’,animalista sfegatata nel senso che la mia scelta di non mangiare carne è legata principalmente alla salute. E ancora non sono sicura che le mie bambine debbano rinunciare totalmente alla carne, anche se ne mangiano proprio pochissima, solo una volta a settimana. Per loro cucino anche legumi, pesce e cereali. Ci piace anche il seitan, con il quale posso fare tante ricette, oppure il Temphe a fettine come patatine fritte nell’olio bollente.
In ogni caso m’interessa moltissimo l’ecologia. Essere “green” significa però anche vivere in maniera civile, responsabile e più di tutto vorrei che le mie figlie diventino due brave persone, persone aperte ed accoglienti nei confronti degli altri. Credo che l’etica ecologica abbracci anche il rapporto umano, quindi il rispetto per la religione, l’orientamento sessuale e non solo l’ambiente che ti ospita o gli animali. Poi non fumo, non uso piatti di plastica e, quando le mie bimbe erano piccole ho quasi sempre usato pannolini lavabili.

C’è anche qualcosa che fai nella tua giornata di “ecologicamente scorretto”?
Uso il detersivo per lavastoviglie. Veramente ho anche cercato di autoprodurlo con limone e bicarbonato, ma non ce la faccio proprio. La mia giornata è già abbastanza lunga e faticosa e così ho gettato la spugna e uso Prill!

La verità è che noi siamo una generazione di passaggio. Probabilmente Le tue figlie saranno molto più brave di te.
Questo è sicuro. Io credo che si vada a migliorare, magari non sempre e non in tutti i campi, ma si può certamente migliorare.
Per farti un esempio: mia nonna portava la pelliccia ma per lei era una cosa normale. Io oggi non la indosserei mai, anche se ne ho avute. Per le mie figlie il problema pelliccia non sarà proprio contemplato. Questo è certo!

Che tipo di donna sei? Tradizionalista o aperta al cambiamento?
Decisamente aperta al cambiamento, sono molto curiosa e mi piace anche cambiare opinione se ce n’è bisogno. Faccio un esempio: fino a qualche anno fa, nonostante io abbia sempre avuto amicizie omosessuali, nutrivo dei dubbi nei confronti delle adozioni. Mi chiedevo se questa cosa fosse un po’ forzata. Ultimamente mi è capitato di conoscere le figlie di due donne, compagne di vita, e mi si è aperto un mondo. Le loro bambine cresciute splendidamente, equilibrate e molto educate e ho capito che possono essere anche migliori di chiunque altro. Mi hanno fatto improvvisamente vedere il mio limite. Ecco, per me anche questo vuol dire essere “green”.

Hai un desiderio, un progetto? Qualcosa che vorresti fare o avere nel tuo futuro?
Si. Io sono sempre stata un ottimista, ma in questo momento lo sono un po’ meno. Dal punto di vista lavorativo, economico e culturale, sento che stiamo facendo dei passi indietro; stiamo vivendo una vera e propria involuzione civile e questo mi dispiace molto perché io amo tantissimo il mio paese, ma ultimamente sento che siamo proprio fermi e ho una gran paura per le mie figlie, per il loro futuro: mi dico, tra 15 anni che faranno? Non riesco a pensare ad una sola possibilità. Penso che se avessi l’opportunità di andare via dall’Italia lo farei, anche se mi dispiacerebbe molto. Abbiamo bisogno di stimoli che facciamo fatica a trovare. Anche se gli eroi, lo so, sono quelli che rimangono.