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La morte di Luigi Tenco in un Festival particolare

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Alle 2:30 del 27 gennaio 1967 sul pavimento della camera n° 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo viene ritrovato il corpo senza vita del cantautore Luigi Tenco a poche ore dall’annuncio della decisione della giuria del Festival di Sanremo di escludere dalla finale la sua canzone Ciao amore ciao,.

La prima volta al Festival

Era la prima volta che saliva sul palcoscenico del Festival della Canzone. Solo pochi anni prima aveva detto a un cronista di ‘Sorrisi e canzoni’ «Non andrò mai al Festival di Sanremo: è una manifestazione che non mi interessa e che considero negativamente». Perché poi cambia idea? All’inizio del 1967, quando la notizia della sua partecipazione al Festival è ufficiale sulle pagine dello stesso giornale spiega così la decisione: «… non sono io che sono cambiato ma il pubblico, che mostra un interesse nuovo per quella linea melodica che si riallaccia al folclore…». In quegli anni il Festival di Sanremo è una sorta di vetrina primaverile dell’industria discografica e dell’editoria musicale italiana I numeri sono impressionanti se paragonati a quelli attuali: un brano che vende meno di centomila copie è un fiasco e il ‘disco d’oro’ viene consegnato solo a chi ha venduto almeno un milione di copie dello stesso disco. In questo panorama chi sbaglia paga un prezzo altissimo. Gli sbagli, però, non sono misurabili direttamente con la classifica finale del Festival. Tutti gli anni Sessanta sono costellati d’esempi di brani maltrattati dalle giurie sanremesi e poi benedetti dal mercato o viceversa tanto da rendere ancor più incomprensibile e stonata l’ipotesi di chi vorrebbe motivare la morte di Tenco con le votazioni della giuria.

Una strana morte in un Festival speciale

In questo quadro il Festival del 1967 è certamente speciale e dà ragione allo stesso Luigi Tenco quando parla di un cambiamento sostanziale che starebbe alla base della sua partecipazione. Se Tenco non si fosse ucciso probabilmente lo ricorderemmo come il Festival di Mick Jagger, il leader dei Rolling Stones, arrivato a sostenere la sua compagna di allora Marianne Faithfull, accoppiata all’ex leader dei Camaleonti Riki Maiocchi nell’interpretazione del delizioso brano C’è chi spera, eliminato come quello di Tenco dalle giurie. La lista degli eliminati comprende star internazionali come Cher che le giurie bocciano come solista nel brano Ma piano (per non svegliarmi) e come componente del duo Sonny & Cher in Il cammino di ogni speranza, una canzone scritta dal cantautore Umberto Napoletano e interpretata anche da Caterina Caselli. Lo stesso destino tocca anche agli Hollies di Graham Nash che interpretano insieme allo sconosciuto Mino Reitano Non prego per me, un brano dell’altrettanto sconosciuto Lucio Battisti. Anche Milva se ne deve andare dopo che le giurie hanno bocciato la sua Uno come noi, interpretata anche dai Los Bravos, un gruppo all’apice del successo con Black is black. Gli eliminati illustri non finiscono qui. All’elenco vanno iscritti anche Bobby Solo, Connie Francis, Fred Bongusto e il mitico Domenico Modugno, mentre tra i protagonisti che arrivano in finale ci sono altri nomi importanti come Giorgio Gaber, il giovane Lucio Dalla, i Rokes, Ornella Vanoni, Les Compagnons de la Chanson o Antoine, l’espressione più divertente della canzone di protesta francese. Il brano con il maggior successo di vendite sarà Quando dico che ti amo, scritto da Tony Renis e interpretato da Anna Rita Spinaci accoppiata ai Bachelors ma quello sparo nella camera n° 219 dell’Hotel Savoy e gli eventi successivi hanno già finito per confinare in una sorta di contorno minimale la manifestazione in sé.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".