Home C'era una volta In 30.000 ai funerali di Lisa Lopes

In 30.000 ai funerali di Lisa Lopes

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«Sei un angelo e noi siamo qui per vederti spiccare il volo». La frase è soltanto una delle tante colte al volo sui piccoli e spiegazzati fogli di carta regalati dai fans a Lisa “Left Eye” Lopes delle TLC per il suo ultimo viaggio. Si calcola che almeno trentamila persone siano arrivate il 2 maggio 2002 a Lithonia, un sobborgo di Atlanta, per assistere ai funerali dell’artista svoltisi nella New Birth Missionary Baptist Church.

Circostanze mai del tutto chiarite

Lisa è morta una settimana prima, il 25 aprile. in Honduras, un paese dove da tempo era impegnata in un universo di varie attività umanitarie e culturali e che le era entrato dentro. Proprio lì viveva anche Snow, la neonata che aveva adottato nove anni fa. Le circostanze della morte sono state mai del tutto chiarite. La cantante sarebbe stata rimasta imprigionata dalle lamiere della sua auto uscita di strada. Altre otto persone coinvolte nell’incidente non avrebbero riportato alcun danno. Lei era la ribelle delle TLC e aveva anche conosciuto il carcere per le sue intemperanze. Ai suoi funerali, insieme alle migliaia di fans sono presenti anche artisti come2e Monica. Nel corso della cerimonia funebre le Mary Mary hanno intonato la sua Crazy.

La morte di una ribelle può essere utile a far soldi

Da tempo Lisa aveva lasciato intendere che l’esperienza delle TLC le andava ormai troppo stretta, ma la sua morte rischia di rilanciare le azioni del gruppo. Non è un caso che poche ore dopo la sua sepoltura il produttore del gruppo, Dallas Austin, abbia annunciato la prossima pubblicazione di un disco «pressoché pronto». Lo spettacolo, dunque, deve continuare e anche la morte di una ribelle può essere utile a far soldi. Tra le dichiarazioni non manca neppure quella, davvero poco opportuna, dell’ex manager delle TLC, la cantante Pebbles, più volte presa a pesci in faccia proprio da Lisa: «Negli anni che abbiamo passato insieme, Lisa era per me come una figlia. Se ripenso ora alle nostre divergenze nel lavoro, tutto mi appare così insignificante, di fronte al dolore della sua morte». Potenza del business!

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".