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Scandalo dei farmaci: la corruzione del giuramento di Ippocrate

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La corruzione, che dilaga ormai come un fiume in piena su tutti (o quasi) i settori della società italiana (in primis nella politica) non ha risparmiato, a quanto pare, il comparto sanitario.

Lo scandalo dei farmaci, in questo caso, scaturisce dal comportamento di un gruppo (si spera “piccolo”) di cosiddetti ISF (Informatori Scientifici del Farmaco), che sono apparsi dediti non tanto all’”informazione” sui farmaci quanto piuttosto al “piazzamento” dei medesimi, a scapito, spesso, della salute dei pazienti.

Chi è coinvolto nello scandalo dei farmaci

In effetti, per i 67 informatori e per gli oltre 40 ospedali e strutture pediatriche d’eccellenza, coinvolti nelle indagini della Procura di Roma e di Busto Arsizio c’è il fondato sospetto (come ha ben denunciato il Fatto Quotidiano in una notizia che è rimasta nel dimenticatoio generale, ndr) che, per accaparrarsi le prescrizioni dei signori medici a favore di una certa casa farmaceutica, come suol dirsi, “non si badasse a spese”.

A questi ultimi, ai signori medici cioè che si prestavano “al gioco”, venivano offerti fior di benefits: come tariffa base ordinaria, 2000 euro per ogni nuovo paziente, diciamo così, “guadagnato alla causa”; ma non mancavano interi stipendi aggiuntivi in nero, false attestazioni di partecipazione a congressi. In un caso ad un medico compiacente sarebbe stato promesso, in anticipo sui tempi ordinari, il pagamento di un quota di 50mila euro del contratto di ricercatore per un periodo di otto anni. Urge forse, a questo punto, porre delle alcune domande non peregrine: dove comincia la responsabilità degli informatori e dove comincia o finisce quella dei medici?

Responsabilità delle case farmaceutiche

E come la mettiamo con la responsabilità delle case farmaceutiche? Il tutto assume le fattezze, così naturali nel nostro Paese, del “malaffare”. Malaffare che non appare in tutta la sua preoccupante gravità se non si precisa che la “merce” illecitamente raccomandata ai medici compiacenti consisteva anche in farmaci contenenti ormoni della crescita, prescritti in sovradosaggio soprattutto ai bambini. Tra questi farmaci erano anche presenti l’Omnitrope, un ormone della crescita con il principio attivo della Somatropina, e il Binocrit, un farmaco che accresce la produzione di globuli rossi, entrambi utilizzati come anabolizzanti e compresi tra le sostanze dopanti.

Da un’analisi sommaria della faccenda, si potrebbe anche arguire che, in fondo, gli informatori scientifici del farmaco e le case farmaceutiche “facciano il loro mestiere”, nel senso che, pur con pratiche a volte del tutto illecite, tendano a piazzare i loro prodotti. Quelli, invece, che “vanno parlando da soli” nella ricerca ossessiva di scusanti introvabili, sono i medici compiacenti. Questi signori ebbero pur l’ardire di giurare a Ippocrate “di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale”.

La reazione… di Ippocrate

A questo punto si può anche pensare che lo stesso Ippocrate si stia allertando per chiedere a Giove di “fulminare” tali discepoli fedifraghi e indegni. Ma tant’è. L’insopprimibile ottimismo che ispira sempre gli uomini e le donne di buona volontà porta a ritenere, come sempre, che il male non venga mai solo per nuocere e che da esso si debba trarre almeno l’auspicio, non solo di ovviare al malfatto, ma anche di apprestare le necessarie provvidenze affinché tutto il sistema “case farmaceutiche-informatori scientifici-medici” sia rivisto e sanato al meglio delle aspettative generali e, in particolare, di quelle dei pazienti.

Non si può, al riguardo, non pensare che un ruolo importante e decisivo possa essere svolto dalle ASL, le quali, impostando la riorganizzazione del suddetto sistema in termini di sanità e trasparenza, dovrebbero garantire e tutelare, pur esse, al pari della stragrande maggioranza della classe medica, la salute di tutti i cittadini. Neanche a dirlo, una cura pressoché esclusiva va dedicata ai più piccoli; questi ultimi destinati, magari, a crescere, nel contesto amorevole della più larga società civile, non tanto con assunzioni di ormoni quanto piuttosto di riguardi e attenzioni speciali.

di Igon Maucoschi