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Il peperoncino: storia, usi e curiosità

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Il peperoncino: storia, usi e curiosità

L’esistenza del peperoncino risale dalla notte dei tempi, infatti, da alcuni scavi archeologici effettuati in Messico, si è dimostrato che il peperoncino selvatico piccante, era consumato già 9.000 anni fa e che la sua coltivazione risale a 5.000 anni prima di Cristo.

Alcuni scritti testimoniano l’uso che gli indigeni ne facevano come spezia,e rilevavano l’abbondanza con cui si trovava nel Nuovo Mondo. Alle giovinette maya che civettavano in pubblico veniva sfregato peperoncino negli occhi. Il Codice Mendocino ritrae un bambino che viene asfissiato, col fumo dei peperoncini bruciati come castigo; gli Indios, puniscono allo stesso modo i bambini disobbedienti. Madsen ci fa conoscere le abitudini degli abitanti di un villaggio nella vallata centrale del Messico dove i contadini,discendenti degli Aztechi, coltivano i peperoncini e i pomodori in campi separati da quelli dei fagioli e del mais.

Le mogli, quando sono incinte, non possono mangiare il peperoncino “altrimenti i folletti della pioggia la picchiano, le portano via il cibo e mettono nel suo utero grandi quantità di acqua”.
Quando il bambino è nato bisogna proteggerlo con un pezzo di peperoncino e un rametto della stessa pianta, in forma di croce, messi sotto la stuoia dove la mamma dorme col bambino. Se, nonostante tutto, il piccolo si ammala, colpito dal malocchio, i genitori devono procurarsi quattro peperoncini da quattro rivenditori diversi e disporli a forma di croce per dare inizio al rito scaramantico.La guaritrice poi fa un lungo trattamento con saliva, uova, erbe e peperoncini.Lo scrittore irlandese James Joyce, ghiotto di peperoncino, scrisse a proposito di questa infuocata pianta: “Dio ha creato l’alimento, il diavolo il condimento”.

Spesso, infatti, viene appeso alle porte o ai balconi, perché si crede che i loro semi piccanti abbiano la funzione simbolica di allontanare le male lingue, una credenza che vige soprattutto al Sud Italia dove viene usato come amuleto portafortuna.

Il peperoncino, una pianta dalle origini nobili ed antiche

Il peperoncino, capsicum annuum, appartiene alla famiglia delle Solanacee e a seconda della regione prende nome differente; peveron(Liguria), pepe d’India(Toscana), pepedinie(Abruzzo), pipi infernali(Calabria), pipi russi(Sicilia).
Originario dell’America tropicale, viene importato in Europa dopo la scoperta dell’America ed è ampiamente coltivato.
I frutti si raccolgono in agosto-settembre staccandoli uno per uno o raccogliendo tutta la pianta.
I frutti si essiccano in strati o si infilano in coroncine che si appendono all’ombra in luogo aereato,si riuniscono in mazzi e si appendono ad asciugare;si conseervano in vasi di vetro o porcellana.

Il peperoncino, non solo un condimento

Il peperoncino è uno dei più noti condimenti della cucina mediterranea ed orientale, viene usato per insaporire insalate,fare salse, condire carni, aromatizzare formaggi e salumi. In giuste dosi, infatti, stimola e normalizza i processi digestivi eccitando la secrezione gastrica.
Per uso esterno il peperoncino dà una sensazione di calore che dipende dalla stimolazione delle terminazioni nervose, cui segue rossore e afflusso di sangue nella zona trattata. In cerotti e preparati revulsivi per il trattamento dei reumatismi,nevralgie e geloni.

In soluzione con gargarismi, stimola l’apparato oro-faringeo, fa tornare la voce e la schiarisce, migliora la nutrizione del cuoio capelluto.
Le mani sporche di peperoncino possono essere irritanti per gli occhi, bocca, mucose intime.Si ricava un innocuo colorante rosso.

Presenta un odore lieve ed un sapore forte, piccante. Contiene capsacinoidi,tra cui la capsaicina,un olio volatile,caroteni,vitamine B2, A e C,acido malonico e citrico. Il fastidio inconfondibile che si avverte in bocca dopo aver mangiato un pasto con peperoncino, può essere attenuato bevendo latte.

Il latte, infatti, contiene caseina, una proteina lipofila che spiazza i capsaicinoidi dal loro recettore, moderando il bruciore.
La capsaicina agisce su alcuni recettori,i vanilloidi, localizzati sulle fibre sensoriali gastriche ,attivandoli prima e desensibilizzandoli poi. La desensibilizzazione rappresenta un ottimo approccio terapeutico per il controllo dei dolori muscolari e reumatici.
Alcuni studi suggeriscono l’uso del peperoncino per ridurre l’ulcera epigastrica.

Curiosità

In Cina si usava strofinare estratti di capsico sullo scroto degli eunuchi prima della castrazione.

CONTROINDICAZIONI
L’Assunzione di dosi elevate di peperoncino influenza la peristalsi intestinale, causando diarrea e coliche.
Può anche causare problemi respiratori, maggiore sensibilità alla tosse, dolore epigastrico transitorio.
La capsaicina interagisce con la teofillina, aumentandone l’assorbimento e biodisponibilità.