Il 17 dicembre 1978 a North Hollywood, in California, muore a quarantaquattro anni il trombettista Don Ellis.
Una passione mutuata dalla madre
Nato a Los Angeles e registrato all’anagrafe con il nome di Donald Johnson Ellis assorbe l’amore per la musica dalla madre organista. Inizia giovanissimo a suonare la tromba e ancora studente guida già gruppetti a suo nome che si esibiscono nelle feste da ballo. Dopo essersi diplomato in composizione presso il conservatorio del New England a Boston, nel 1956 suona con l’orchestra del batterista Ray McKinley e tra il 1957 e il 1958 mentre veste la divisa presta la sua tromba a varie band militari di stanza in Germania. Finita la leva e tornato negli Stati Uniti suona con il sassofonista Charlie Barnet e con il trombettista Maynard Ferguson. Nel 1961 forma un proprio trio che, l’anno dopo, diventa un quartetto con cui riscuote grande successo. Nello stesso periodo collabora anche con il celebre arrangiatore George Russell.
Nessuno può sentirsi definitivamente arrivato
Nel 1963 forma la Improvisational Workshop Orchestra e nello stesso anno stupisce pubblico e critica con il suo virtuosismo solistico in Improvisations, una composizione di Larry Austin eseguita insieme alla New York Philharmonic diretta da Leonard Bernstein. Nel 1964 collabora con il compositore e studioso Gunther Schuller. Convinto che in musica nessuno possa mai sentirsi arrivato nello stesso anno si trasferisce a Los Angeles per riprendere a studiare teoria, composizione e armonia presso l’università della California. In quel periodo viene attratto dalle culture musicali asiatiche e forma lo Hindustani Jazz Sextet che gestisce in parallelo con una big band di ventitrè elementi. Successivamente se ne va a Buffalo, dove insegna nella locale università grazie a una borsa di studio offertagli dalla Fondazione Rockefeller. Instancabile sperimentatore si cimenta fino alla morte in tutti i generi possibili dimostrando un eclettismo in grado di produrre spesso frutti originali e stimolanti.