Home C'era una volta La prima volta del sottomarino giallo

La prima volta del sottomarino giallo

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Il 17 luglio 1968 al Pavillion di Londra viene presentato per la prima volta il film d’animazione “Yellow submarine”, una surreale favola musicale diretta da George Dunning che ha come interpreti le effigi disegnate dei Beatles.

Pepperland e i Biechi Blu

Il lungometraggio, il primo a disegni animati prodotto in Inghilterra dopo “La fattoria degli animali” di Halas e Batchelor del 1957, racconta la storia della lotta di Old Fred, direttore della Sergeant Pepper’s Lonely Heart Club Band, e di quattro ragazzi di Liverpool, John, Paul, George e Ringo, contro i Biechi Blu, che hanno conquistato Pepperland e sono intenzionati a far scomparire per sempre la musica e i colori dal mondo. La sera della prima c’è molta curiosità attorno al nuovo film targato Beatles, dopo il clamoroso fiasco del confusionario e psichedelico “Magical Mistery Tour”, stroncato dalla critica e accolto tiepidamente dal pubblico. In più il gruppo attraversa una fase contraddittoria e incerta sia nei rapporti interni che sul piano musicale, caratterizzata da un lungo periodo di meditazione in India.

Un appello alla pace universale

Al Pavillion la band si presenta senza Ringo Starr, ufficialmente impegnato altrove, ma in realtà polemicamente incline a marcare le distanze nei confronti delle suggestioni spiritualistiche dei compagni. Ispirato all’omonima canzone, Yellow Submarine si conclude con un appello dei quattro ragazzi di Liverpool alla pace universale e, come rileva la critica dell’epoca, “propone una morale edificante, ma non tediosa, moderna e piacevole”, in sintonia con un periodo di speranze e di cambiamenti annunciati. Nei disegni di Heinz Edelman, John Cramer e Gordon Harrison, ricchi di citazioni si possono ritrovare fuse insieme con fantasia e originalità le espressioni figurative di moltissime correnti di questo secolo. Non si tratta di un capolavoro, ma di una geniale fusione tra colori, musica, immagini e idee, proposta con garbo e ironia e destinata a ottenere un buon successo di pubblico.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".