Home C'era una volta Elton Dean, dai Soft Machine ai Centipede e oltre…

Elton Dean, dai Soft Machine ai Centipede e oltre…

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Il 28 ottobre 1945 a Nottingham, in Gran Bretagna, nasce il sassofonista Elton Dean, un tipo curioso che nella sua carriera non ha disdegnato di suonare anche tastiere e strumenti vari.

Gli inizi con i Soul Pushers

Dopo le prime esperienze con vari gruppi semi-professionali di jazz tradizionale dà vita ai Soul Pushers, una propria band di musica soul. Verso la metà degli anni Sessanta, entra a far parte della band di Long John Baldry dove incontra il trombettista Marc Charig e il pianista Keith Tippett destinati a diventare suoi compagni di strada in varie occasioni. Dopo aver suonato in uno dei tanti gruppi formati da Keith Tippett, nel 1969 entra a far parte dei Soft Machine, uno dei più dotati e geniali gruppi di rock progressivo. Proprio nei Soft Machine militano anche Robert Wyatt, Hugh Hopper e Michael Ratledge, musicisti che, come lui, sono destinati a lasciare un segno importante nelle varie forme di contaminazione tra il rock inglese e il jazz elettrico e nelle altre forme di musica di confine.

Nuove avventure

Terminata la collaborazione con i Soft Machine nel 1972 suona coi Centipede, una formazione di cinquanta elementi diretta da Keith Tippett. Successivamente prosegue l’attività dando vita a vari gruppi dall’organico variabile come i Just Us, i Ninesense o l’Elton Dean Quintet. In tutte queste avventure gli saranno al fianco, oltre ai soliti Tippett e Charig, musicisti come il batterista Louis Moholo, il trombonista Nick Evans, il sassofonista Alan Skidmore e il contrabbassista Harry Miller. Muore a Londra l’8 febbraio 2006.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".