Home C'era una volta Muhammad Alì non combatte contro i vietnamiti

Muhammad Alì non combatte contro i vietnamiti

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Il 30 aprile 1967 a Louisville il pugile Cassius Clay, campione del mondo dei pesi massimi, dichiara che non vestirà la divisa dell’esercito degli Stati Uniti.

Non cambio idea

Sottoposto a più di una pressione da parte anche del suo entourage, Cassius Clay o, meglio, Muhammad Alì, come si fa chiamare dopo la sua conversione alla religione musulmana, tiene duro. Fa sapere a tutto che ogni tentativo di fargli cambiare idea è inutile perché non intende derogare in nessun modo dalla sua decisione.

La condanna

A chi continua a chiedergli le ragioni della decisione spiega con pazienza che non ha alcuna intenzione di combattere contro gli oppressi del Vietnam vestendo la divisa di un paese nel quale vigono ancora forme di discriminazione razziale. Tra minacce e tentativi di convinzione messi in atto dalle autorità e dall’apparato mediatico-sportivo si arriverà alla sua incriminazione per renitenza alla leva. Il 20 giugno 1967 infine verrà privato del titolo di campione del mondo e condannato al carcere.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".