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Antinoo, uomo o dio, mistero del mito

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Tondo adrianeo nell_Arco di Costantino con caccia al leone

Questo il titolo completo dell’ultimo libro del prof Raffaele Mambella – “Antinoo. Un uomo, un dio” – che verrà presentato sabato 10 settembre alle ore 17 all’Hotel Patriarchi di Aquileia. Interverrà l’autore e saranno presenti i rappresentanti del Centro Antinoo Internazionale per l’Arte Marguerite Yourcenar che ha promosso l’evento www.centroantinoo-yourcenar.it – Il volume è pubblicato da GBE / Ginevra Bentivoglio Editoria 2021

Locandina e copertina del libro

Antinoo nacque in Bitinia il 27 novembre di un anno compreso fra il 110 e il 112 mentre, all’età di soli dodici/tredici anni, divenne il favorito dell’imperatore Adriano – non estraneo all’usanza omoerotica tipica della cultura greca – che lo amò appassionatamente sia per il suo carattere gentile ma sedotto dalla sua straordinaria bellezza. Nell’ottobre del 130 purtroppo il ragazzo morì in un misterioso incidente, annegando presumibilmente per cause ancora oscure. Quello che è certo però, fu che l’imperatore, da quel momento, entrò in una profonda crisi esistenziale. Ossessionato dalla sua memoria, fece modificare il nome delle stelle in suo onore, eresse una città nel deserto chiamandola Antinopoli, eretta nel luogo in cui il ragazzo era morto, diffuse in tutto l’impero templi in suo onore, di fatto facendolo divinizzare e riproducendone le fattezze fisiche in innumerevoli ritratti e sculture, diffuse poi in tutto l’Impero.

Citiamo dalla presentazione del libro del prof. Raffaele Mambella, che propone il suo saggio come il risultato di ricerche approfondite su fonti letterarie antiche ed inedite, corredato con commenti su foto storiche e della storia dell’arte:

  • Ormai sono trascorsi molti anni da che scrissi il mio primo saggio su Antinoo, a cui seguirono ulteriori lavori, tra cui un romanzo, e nel frattempo la mia ricerca si è naturalmente approfondita, sino a cogliere gli aspetti più vari e meno conosciuti di questa, così complessa, tematica storico-artistica. Eppure, ancora oggi, si continuano a ripetere da parte di molti, astoricamente, gli stessi pregiudizi, le stesse contraddizioni, gli stessi errori di approccio metodologico di un tempo, o addirittura si continua a ripetere che dell’intera vicenda o sul personaggio Antinoo poco o nulla sappiamo. Non è vero; questo mio ulteriore studio, che raccoglie e perfeziona con nuovi argomenti tutti gli altri, intende dimostrarlo. Il lettore potrà così farsi una idea, la più esauriente possibile, sulla problematica, trovando qui tutto quello che altrove risulta difficilmente reperibile o addirittura non presente, per nuove conoscenze che in queste anni sono sopravvenute.
Prof Raffaele Mambella

L’autore sottolinea inoltre il grande coinvolgimento che circonda questa vicenda, non solo in virtù di un interesse storico/letterario, ma valicando confini sociologici e psicologici (che riguardano i rapporti tra le culture e le religioni) focalizzando sopra un’importante evidenza:

  • Non solo Adriano, ma le folle, dovettero vedere in quella bellezza soffusa di malinconia una “epifania”, un’irruzione del divino nel nostro mondo, che elevava il tutto nella sfera del sacro, eminentemente pubblica; e la scomparsa improvvisa e misteriosa, una “sparizione” divina come quella di Romolo, poi venerato come Quirino. Di qui il culto pubblico ordinato da Adriano.

Merito dell’autore è illuminare con una nuova luce la vicenda che legò Adriano ad Antinoo, l’uno forse il più grande imperatore romano e l’altro, un giovane ragazzo greco di Bitinia, la cui bellezza venne elevata a simbolo, in linea con quel parametro della cultura greca che identificava come kalokagathia la complementarità tra “bello” e “buono”. Diciannove secoli ci separano da loro, eppure qualcosa raggiunge ancora la sensibilità contemporanea, cioè rimanendo ancora Antinoo un simbolo tutt’ora vivo della classicità, di una cultura (la nostra) alla cui base resiste una civiltà fondamentalmente umanistica.

Cornicione con geroglifici dal tempio di Antinoo ad Antinopolis

Antinoo è la Grecia, è la cultura greca, ma nello stesso tempo va a rappresentare i concetti ultraterreni del mondo orientale. La sua stessa inspiegabile sparizione richiama le fascinose fiabe orientali, con la loro concezione malinconica e pessimistica della vita, dove l’uomo-dio è sottoposto a un destino misterioso, quanto ineluttabile, verso l’oscurità. Come spiega il prof. Mambella:

  • Questa coscienza di vuoto, della stessa conclusione del mondo classico, fu tipica dell’età adrianea: non vi era più l’ottimistico senso di vita dell’uomo che agisce dietro un vero principio spirituale. Nemmeno il sacrificio finale ha potuto dare alla vita di Antinoo un valore positivo, ma anzi è stata l’ultima conferma di questa conclusione di inutilità del vivere stesso. Si trattò di un tentativo di sincretismo religioso, imposto da un imperatore con un decreto, che ebbe fortuna ulteriore proprio perché espresse un sentimento umano comune: ciò avveniva in un momento psicologico, tipico di quei tempi, di ricerca senza base, di inquetudine senza forma, di religiosità senza profondità, che allo fine sfociò nelle teorie filosofiche dei neoplatonici. (…) Antinoo, forse caso unico nella storia, ha saputo coniugare due realtà culturali antitetiche, senza sovrapporle, ma ponendole su due piani paralleli in pari dignità: quello, civile e storico, greco e quello, religioso, misterico e magico, orientale.
Particolare della statua Antinoo Farnese (Napoli, Museo Archeologico Nazionale)

Diversi capitoli del libro approfondiscono ipotesi e svelano documenti, come quello dedicato ad Antinopoli; la città sacra ad Antinoo, le costellazioni a lui dedicate -“Il ritratto di Antinoo sulle monete” e “Il ritratto di Antinoo sulla gemma Marlborough”- “La tazza farnese ovvero l’apoteosi di Antinoo”  “L’obelisco di Antinoo al Pincio” oppure “La Meta Romuli: possibile tomba di Antinoo?” – Interessante anche la “Nuova ipotesi sulla morte di Antinoo in base ai frammenti dei papiri” dove si prendono in esame poemi su di una mitica caccia al leone da parte della coppia Adriano Antinoo, mentre, dopo la descrizione della caccia, si passa alla catarsi del giovane protagonista:

  • Il poeta – forse per riservare maggior spazio alla lotta col leone, forse per omettere un elemento spiacevole e meno utile ai fini celebrativi – descrive la fine di Antinoo con particolare brevità, evitando di menzionarne esplicitamente la morte: così all’annegamento si limita ad alludere, dicendo che Antinoo “si diresse al Nilo e la Luna lo prese con sé come suo sposo”

L’ultimo capitolo, intitolato con modestia “Addenda” è forse il più stimolante del libro, in quanto aggiunge fatti esemplari e di più recente acquisizione. Difficile riassumere, ma si può almeno anticipare che negli scavi archeologici del cortile di Palazzo Genovese, sul Canal Grande, è stata rinvenuta una moneta bronzea di Antinoo che, presumibilmente in epoca adrianea era scivolata a terra, vicino all’odierna Punta della Dogana. Questo ritrovamento potrebbe spostare indietro la lancetta del tempo di almeno tre secoli, raccontando una nuova storia di Venezia.

Cammeo d’epoca adrianea con testa di Antinoo-Eracle (San Pietroburgo, Hermitage).

Poi vi troviamo una interpretazione particolare di alcuni mosaici in bianco e nero rinvenuti da tempo nel palazzo imperiale di Baia ed una nuova reinterpretazione della testa di Antinoo Mondragone del Louvre che permette di individuarne la provenienza proprio da Frascati. Infine ci aggiorna sul recente rinvenimento di una statua di Antinoo a Tokyo già presente in una antica collezione inglese andata dispersa, ma proveniente originariamente dagli scavi di Hamilton ad Ostia antica. Naturalmente il lettore troverà altrettanto interessanti i collegamenti tra la mitologia greca, romana ed egizia, soprattutto riguardo al termine latino Geminus, doppio ma anche Gamos che significa unione sessuale omoerotica. In lingua sanscrita “Gem” significa accoppiarsi, mentre il Segno zodiacale dei Gemelli è chiamato esplicitamente Maithunam, copula intervirile fra coloro che sono “Fratelli di sangue”, ovvero “Iniziati”, con questo avendo trasformato la materia genetica in Epifania della propria presenza immortale. Come dimenticare che a Roma “i Gemelli, patroni dell’ordine equestre, non sono soltanto il fulcro del Mito di fondazione della Città Eterna, ma anche un indizio di quell’AMOR che, invertendone il senso, ne costituisce il nome e la vibrazione segreta.” Non a caso Antinoo viene spesso rappresentato come “Osiride vegetante” che in egiziano antico è sinonimo di “vegetazione i cui germogli simboleggiano la sua resurrezione.

Lasciando al lettore il piacere di approfondire direttamente il testo, concludo con l’autore:

  • Sino a quando lo studio dell’arte romana è stato dominato dai pregiudizi e non ha affrontato il tema della ripetizione e dell’inno- vazione degli schemi scultorei classici con adeguati mezzi critici, l’età di Adriano, insieme del resto all’età di Augusto, è stato uno dei pochi momenti nei quali è sembrato che potesse essere conveniente prestare attenzione all’arte antica posteriore al periodo classico. Così facendo, però, non si è valutata esattamente nemmeno l’arte adrianea. Essa infatti fu un fenomeno legato strettamente alla cultura, ai gusti e alle pretese di Adriano, colto, raffinato, filelleno, lui stesso artista. Questa osservazione non vuole però disconoscere l’importanza che nell’arte del ventennio adrianeo ebbe l’amore per la Grecia classica, ma si trattò, come già detto, di un amore consapevolmente nostalgico e perciò caratterizzato da un’estenuante malinconia.

Il libro riporta in calce anche un dettagliato Catalogo delle opere raffiguranti Antinoo all’interno dell’immenso Impero romano ed oltre, con commenti ed ubicazione, nonchè un’ampia bibliografia storico/archeologica.

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Carla Guidi
CARLA GUIDI – www.carlaguidi-oikoslogos.it Giornalista pubblicista, iscritta ODG Lazio, ha collaborato per più di 10 anni con il settimanale (in cartaceo) “Telesport”, adesso collabora con alcune testate e riviste periodiche online, tra queste “Abitare a Roma”, “ll Paese delle donne”, “Lazio ieri ed oggi”, “About Art online” e “Daily Green” ove è in redazione. Conseguito il diploma superiore di Accademia di Belle Arti di Roma, sezione pittura (tenuto dal maestro Gentilini), è docente di Disegno e Storia dell’Arte nelle scuole pubbliche, medie superiori. Si è occupata di Computer Art dal 1981 e sue immagini sono state pubblicate nel volume Computer image di Mauro Salvemini (Jackson Libri, 1985). Ha gestito la Galleria d’Arte “5x5” in via Garibaldi in Trastevere negli anni ’70/’80 insieme a Rinaldo Funari ed ha organizzato varie mostre, manifestazioni e convegni anche presso istituzioni come la Casa delle Donne, la Casa della Memoria e della Storia di Roma, alcune Biblioteche comunali di Roma ed un Convegno di sociologia a Bagni di Lucca. Dal 1975 si è avvicinata alla psicoanalisi e dal 1982 è stata accettata dalla Società italiana di psicodramma analitico – SIPSA in qualità di membro titolare. In seguito ad una formazione quinquennale con trainer internazionali, ha svolto attività di collaborazione presso la Società Medica italiana di Analisi Bioenergetica SMIAB ed è divenuta membro titolare dell’International Institute for Bioenergetic analisys di New York, rimanendo iscritta fino al 1995. Attualmente è stata invitata più volte a relazionare in Convegni Nazionali ANS alla Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione. Ha scritto alcuni libri sulla memoria storica quali Operazione balena - Unternehmen Walfisch sul rastrellamento nazista del 17 aprile 1944 al Quadraro, giunto alla sua terza edizione (Edilazio, Roma 2013); Un ragazzo chiamato Anzio sulle vicende dello sbarco alleato del 1944, alla sua seconda edizione (A. Sacco, Roma 2013); Estetica anestetica - Il corpo, l’estetica e l’immaginario nell’Italia del Boom economico e verso gli anni di Piombo (Robin Edizioni, Torino 2018). Sempre per Robin Edizioni nel 2019 ha pubblicato il libro socio-fotografico in collaborazione con Valter Sambucini e con la presentazione di Franco Ferrarotti, Città reali, città immaginarie - Migrazioni e metamorfosi creative nelle società nell’Antropocene tra informatizzazione ed iper/urbanizzazione, con i contributi del giornalista e sociologo Pietro Zocconali, Presidente A.N.S, dello storico dell’arte Giorgio Di Genova, dello scrittore Roberto Morassut e del Presidente dell’Ass. Etica Massimo De Simoni. Una sezione del libro approfondisce la grande diffusione della tecnica del tatuaggio, valutandone aspetti storici, sociologici ed artistici, con i contributi dello scrittore Eliseo Giuseppin ed una intervista all’artista Marco Manzo. Ha curato insieme allo storico dell’arte Giorgio Di Genova, l’esposizione online Quintetti d’arte dal 06/04/2020 al 31/08/2020, con una parte, Vetrina dell’invisibilità, dedicata agli artisti che hanno rappresentato visivamente la tragedia della pandemia. Di questo progetto nel 2021 è uscita l’edizione in cartaceo (Robin Edizioni, Torino). Appena uscito il libro - Lo sguardo della Sibilla. Dal Daimon all’Anima Mundi: la poetica di Placido Scandurra (Robin editore 2022) - http://www.robinedizioni.it/nuovo/lo-sguardo-della-sibilla. Al suo attivo anche alcune pubblicazioni di poesia su tematiche ambientali: Ha curato, insieme a Massimo De Simoni, l’antologia I poeti incontrano la Costituzione (Ediesse, 2017) -