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Australia, coralli ad altissimo rischio

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I coralli della barriera corallina australiana, unici, tanto da essere dichiarati Patrimonio dell’Umanità sono ad altissimo rischio. L’allarme è stato lanciato dall’Australian Marine Conservation Society (AMCS). La colpa è del dragaggio e dello scarico di sedimenti a ridosso delle coste del Queensland della lobby dell’industria mineraria.

La barriera corallina a rischio

In particolare la preoccupazione si fa altissima laddove in alcuni siti come Gladstone, nel Fitzory, in Abbot Point e Townsville lo sviluppo industriale comporta la realizzazione di strutture, come è per l’espansione di porti, che hanno come diretta conseguenza il deterioramento dei coralli australiani.

Quel che preoccupa maggiormente – riflettono i biologi australiani – sono, in particolare, le operazioni di scavo dei fondali marini e dello scarico in mare troppo a ridosso della barriera di detriti raccolti. Si parla di milioni di tonnellate di sedimenti – circa 149 – che dovrebbero consentire alle grandi navi di raggiungere porti fino ad ora inaccessibili.

Colpa dell’estrazione mineraria delle lobby dell’industria

E’ così che le associazioni ambientaliste hanno non solo lanciato l’allarme ma messo seriamente sotto accusa le lobby dell’industria pesante. L’Amcs avverte con un allarme serissimo che “i coralli della barriera australiana, la più grande del mondo, sono sotto attacco di una minaccia senza precedenti” e di “gran lunga superiore” a quella cui sono costantemente soggetti come è per le conseguenze dirette del cambiamento climatico.

La lobby dell’industria pesante non ci sta e ha ribattuto senza colpo ferire che le cause del deterioramento dei coralli non dipendono affatto dalle loro attività quanto dalle conseguenze del cambiamento climatico e che loro non hanno alcuna colpa di quanto avviene in uno dei luoghi più belli ed unici del Pianeta.