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Bambù gigante, un investimento green

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Bambù gigante, un investimento etico

Perché investire in bambù gigante? Lo spiega Massimo Somaschini, agronomo esperto.

Premetto che sono un agronomo che ha lavorato molto all’estero in Africa, Medio e Cina. Sono rientrato l’autunno scorso dopo quasi due anni trascorsi in Ghana dove fra le altre cose ho svolto un’ attività  di consulenza agronomica per il Ministero dell’ Agricoltura e dell’ Energia .

Mi sono occupato di diverse  iniziative dalle coltivazioni di stevia, alla palma da olio , alle  nuove forestazioni  di bambù gigante.

 

Compagne straniere quali Ecoplanet, un ente britannico di venture capital etico stanno investendo svariati milioni di euro, su un’ area di 20.000 ettari nell’ Ashanti in Ghana in piantagioni di bambù gigante.

Bambù gigante, una scelta etica

Ma le maggiori sorprese le ho avute qui  al mio rientro in Italia: la prima che un giovane imprenditore romagnolo ha avuto l’idea di creare un vivaio di piante madri di bambù gigante promuovendo la coltivazione di bambuseti su scala industriale ed a livello nazionale.

Si contano più di 500 aziende agricole che hanno piantumato giovani piante madri di bambù gigante, provenienti dal più grande vivaio di bambù d’ Europa a Faenza e che nel 2018 incominceranno a produrre germogli e culmi.

La superficie attualmente coperta è intorno ai 1500 ettari sparsi a macchia di leopardo, fra Trento e Palermo.

Bambù gigante, un’opportunità in agricoltura

La seconda, che la maggior parte dei miei colleghi agronomi ignorano questa coltura e sono quindi scettici a proporre questa grossa opportunità ai nostri amici agricoltori che non versano certo in buone acque, così come mostrano indifferenza alcune associazioni di categoria.

Ma tralasciando le ragioni per cui alcuni Fondi investono milioni di euro in queste coltivazioni, e non parliamo di dilettanti, esaminiamo i ” perché” vale la pena, per chi ha dei terreni irrigui, investire anche “solo” qualche migliaio di euro.

Quali sono difatto i motivi che spingono tanti agricoltori, scontenti dei modesti guadagni da graminacee come mais e grano, ad iniziare a coltivare il Bambù Gigante ? Eccone alcuni:

  • il Phyllostachys edulis è una graminacea infestante e dominante, ma con  fusti (culmi) di 15-18 mt d’altezza. La sua invadenza è per noi una risorsa ma và controllata già all’inizio con un piccolo fossato perimetrale
  • cresce facilmente ovunque in Italia, anche in terreni sassosi, scoscesi, escluso quelli paludosi, ma ha bisogno d’irrigazione, resiste fino a – 20° C
  • costo impianto per ettaro oscilla fra i 18.000-26.000 € a seconda del numero di piante per ettaro ( a differenza di vite o kiwi non ci sono grandi spese di scavo e palificazioni)
  • costi di gestione modesti relativi solo a consumo acqua 40/46 mc ettaro la settimana  in caso di siccità e due concimazioni all’anno
  • NO trattamenti diserbanti o antiparassitari o potature, possibilità di avere germogli BIO
  • in primavera si raccolgono i germogli ed in inverno le canne (culmi)
  • stimo il tempo per la raccolta in 90/120 giornate all’ anno per ettaro
  • redditività dal 4-5 anno 25.000/35.000 € , in primis dai germogli, a salire di anno in anno
  • se una pianta ogni anno produce 4/5 germogli quindi partendo con 1000 piante il 2° anno avrò 4000 germogli il 3° 16.000 il 4° 64.000 germogli moltiplicando per 2€/kg più qualche culmo venduto in inverno avete quella redditività
  • esistono già società che all’atto della vendita delle piante firmano un contratto di ritiro di germogli e culmi pagando il miglior prezzo di mercato  ( attualmente 2€ /kg germogli 12€ culmi)
  • sono decine le applicazioni industriali : laminati, biomasse, farmaceutici, filati, cellulosa per carta, oggettistica, mobili, pellet, ecc. oltre ai germogli ottimi per la cucina etnica e vegetariana
  • Recenti studi hanno rilevato che i germogli di bambù contengono molte vitamine ed un alta concentrazione di potassio
  • Da un punto di vista ambientale il bambuseto filtra notevoli quantità di anitride carbonica, producendo il 35% in più di ossigeno rispetto ad altre piante. 1 ettaro di bambù gigante trasforma in ossigeno fino a 62 tonnellate di CO2 / anno, mentre 1 ettaro di bosco giovane sottrae all’ atmosfera 15 tonnellate di CO2 / anno. (Fonte: J. Janssen, Università Tecnica di Eindhoven, 2000).

Concludo rilevando con grande interesse, l’inizio della fase 2.0 di questo settore con la comparsa sul mercato di Società Agricole finalizzate esclusivamente a piantumare, coltivare, raccogliere e commercializzare il bambù gigante garantendo alti rendimenti agli investitori .

Le partecipazioni partono dai 20.000 € con cui si acquistano una o più quote di queste  società agricole.

Pertanto anche chi non possiede terreni irrigui ma vuole beneficiare di questa “miniera verde” trova una soluzione ad hoc.

A chi ha intuito la potenzialità del “business” del bambù gigante è quindi possibile reperire indicazioni dettagliate su come diversificare il proprio portafoglio con un valido investimento etico ed eco-sostenibile.

Dott. Massimo Somaschini
www.investirenelbambu.com