Home C'era una volta Bernard Vitet, dal free jazz alla sperimentazione più estrema

Bernard Vitet, dal free jazz alla sperimentazione più estrema

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Il 26 maggio 1934 nasce a Parigi Bernard Vitet. Trombettista, polistrumentista e compositore è considerato uno dei primi alfieri francesi del free jazz.

Il primo gruppo di free jazz francese

Bernard Vitet arriva tardi alla musica perché inizialmente si dedica agli studi di cinematografia. Affascinato da Miles Davis, nel 1952 impara a suonare la tromba e debutta professionalmente con Jef Gilson, Jean-Louis Chautemps e poi al Tabou, nell’orchestra di Jean-Claude Fohrenbach. Suona al Club Saint-Germain con Don Byas, Johnny Griffin, André Hodeir, Martial Solal, Barney Wilen, Michel Portal, Chet Baker e molti altri. Nel 1962 forma un gruppo che entra nella storia come il primo ensemble di free jazz francese. Con lui ci sono il pianista François Tusques, i due contrabbassisti Beb Guérin e Jean – François Jenny – Clarke oltre al il batterista Aldo Romano. Da questo momento Bernard Vitet è uno dei musicisti free più attivi della Francia. Partecipa a numerose manifestazioni a fianco di Anthony Braxton, Steve Lacy, Barney Wilen, Sunny Murray, Archie Shepp, suonando con la Celestrial Communication Orchestra di Alan Silva, la Intercommunal Free Dance Music Orchestra di François Tusques, la Globe Unity di Alex Von Schlippenbach.

Il Michel Portal Unit

Affascinato dalla musica elettro-acustica segue un tirocinio di un anno presso il Groupe de Recherche Musicale della ORTF. Nel 1971, mentre inizia a studiare il violino, partecipa alla formazione di un collettivo improvvisato, il Michel Portal Unit che registra il disco No, No But It May Be. In questo periodo si occupa anche di pedagogia e comincia a sviluppare una teoria pratica sulla respirazione e sull’emissione del suono. Nel 1976 incontra Jean-Jacques Birgé e Francis Gorgé con i quali fonda Un Drame Musical Instantané, un gruppo aperto su un mondo sonoro che rimette in discussione la musica tradizionale per orientarsi nelle direzioni più insolite. Instancabile sperimentatore si cimenta in molte altre imprese musicali. Muore il 3 luglio 2013.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".