Home C'era una volta Bill Barron, un sax d’avanguardia con le radici negli anni Cinquanta

Bill Barron, un sax d’avanguardia con le radici negli anni Cinquanta

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Il 27 marzo 1927 a Philadelphia, in Pennsylvania, nasce il sassofonista e compositore Bill Barron registrato all’anagrafe come William Barron jr.

La prima tournée con i Carolina Cotton Pickers

Dopo aver studiato il pianoforte da bambino, inizia a suonare il sassofono tenore a tredici anni. All’inizio degli anni Quaranta fa la sua prima tournée con i Carolina Cotton Pickers. Dopo il servizio militare, durante il quale suona in un’orchestra comprendente Randy Weston ed Ernie Henry, studia teoria e composizione. A partire dal 1948 suonato in molti gruppi di Philadelphia, tra cui quelli di Red Garland e di Jimmy Heath. Nel 1958 si trasferisce a New York, dove entra a far parte del gruppo di Cecil Taylor, con cui l’anno seguente incide l’importante disco Love for sale. Suona poi con Philly Joe Jones, Charles Mingus e soprattutto con il trombettista Ted Curson, insieme al quale dirige un gruppo fino alla metà degli anni Sessanta del Novecento. Dalla fine di quel decennio dirige un proprio quartetto, oltre a suonare nel gruppo Barron Brothers al fianco del fratello Kenny, pianista.

Uno stile particolare

Negli anni Settanta del Novecento inizia a utilizzare anche il sassofono soprano e il flauto. Intensifica poi la sua attività di compositore, di insegnante (in varie università e dirigendo laboratori jazzistici) e di teorico e studioso della musica afro-americana e nera in generale. Riceve vari riconoscimenti da accademie musicali e università americane. Il suo stile, inizialmente legato alle esperienze bop e particolarmente a Dexter Gordon e più tardi a John Coltrane si sviluppa poi verso l’ambito, genericamente intenso, dell’avanguardia conservando in maniera originale molti elementi di timbro e di fraseggio del jazz degli anni Cinquanta. Muore il 21 settembre 1989 a Middletown, nel Connecticut.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".