Home C'era una volta Blind Jim Brewer, tra blues e gospel

Blind Jim Brewer, tra blues e gospel

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Il 3 ottobre 1921 nasce a Brookhaven nel Mississippi il bluesman Jim Brewer. Registrato all’anagrafe con il nome di James Brewer viene chiamato Blind Jim perché è privo della vista fin dalla nascita.

Musicista di strada e non soltanto

Jim impara a suonare la chitarra dal padre, musicista dilettante, quando ha poco più di sei anni e all’inizio degli anni Trenta inizia a esibirsi lungo le strade della sua città natale. Molto apprezzato diventa un frequentatore abituale degli house parties, le festa in casa, e un accompagnatore per molti artisti di passaggio. Nel 1940 si trasferisce a Chicago nell’Illinois e inizia a diventare una presenza fissa sui marciapiedi di Maxwell Street insieme ad Arvella Gray. Nel 1952 se ne va a St. Louis nel Missouri dive si esibisce in varie taverne in compagnia di Peetie Wheatstraw. Tornato a Chicago dopo essere stato anche nel Michigan e nell’Indiana, nel 1955 si sposa e riprendee a esibirsi lungo Maxwell Street accompagnando sua moglie Fannie Brewer, una cantante di gospel.

I primi dischi e la popolarità

Nel 1960 registra vari brani per la Heritage a Chicago e nel 1962 ottiene un ingaggio al No Exit Café. In quel periodo forma anche un gruppo che interpreta soprattutto musica religiosa. Come bluesman suona in vari locali e dalla seconda metà degli anni Sessanta impara a suonare il pianoforte e viene invitato a suonare in varie trasmissioni televisive e radiofoniche. Nel 1970 partecipò al film “Blues Like Showers Of Rain” e l’anno dopo al Folk Festival di Philadelphia. Nel 1975 si esibisce al Milwaukee Summer Festival nel Wisconsin e dal 1976 con Court Dorsey in vari club del Midwest. Anche se appare più completo e più vitale quando canta e suona musica gospel, come chitarrista di blues deve essere considerato uno dei migliori di Chicago. Tra le sue composizioni, molte delle quali non hanno titolo, si ricorda I Don’t Want No Woman If She Got Hair Like Drops Of Rain, I Want To Know Why e Liberty Bill. Muore il 3 giugno 1988.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".