In Brasile, dopo anni di intense pressioni da parte del settore agro-alimentare, il parlamento ha approvato una riforma radicale del codice delle foreste del paese (Código Florestal Brasileiro) che, passata con 247 voti a favore e 184 contrari, diventerà legge con la firma del Presidente Dilma Rousseff.
Brasile, un ambiguo codice per le foreste
Il codice contiene delle clausole assai discutibili:
– gli individui e le imprese avranno la possibilità di sfruttare spazi molto più vicini alle sponde dei fiumi e sulle colline (rendendo quindi gli argini fluviali più soggetti alla corrosione), senza i limiti imposti dalla vecchia legge del 1965, la quale prevedeva il divieto di deforestazione dai 30 ai 100 metri intorno alle rive dei fiumi.
– A chi invece ha infranto la legge prima del luglio del 2008 – deforestando zone vietate – non saranno attribuite pene di nessun genere. Rimane solo l’obbligo da parte del reo di ripiantare gli alberi tagliati illegalmente in zone protette ove si era coltivato, oppure acquistare e preservare la stessa quantità di foresta in un’altra zona del paese.
Una riforma che mette a rischio le risorse
In poche parole, questo codice darebbe la possibilità ad agricoltori e grandi imprese di sfruttare ancor più il territorio.
Le potenti lobby agricole brasiliane sostengono che le modifiche apportate dal codice non faranno altro che promuovere una vivace e sostenibile produzione alimentare. Essi sostengono che l’incremento della produzione agricola – la quale rappresenta il 5% del PIL brasiliano – è fondamentale per la crescita del paese e, per questo motivo, essa deve essere promossa e agevolata il più possibile, cosa che in precedenza – a causa delle leggi troppo severe – non era possibile.
Eppure, gli ambientalisti e la maggior parte dell’opinione pubblica del paese la pensa diversamente: il nuovo codice forestale – se approvato definitivamente – porterà all’ulteriore distruzione della foresta Amazzonica e della sua fauna. La riforma non farebbe altro che indebolire le leggi per la protezione delle foreste brasiliane rendendo inutile tutti i progressi ottenuti negli ultimi anni in tema d’ambiente.
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