Home C'era una volta Buddy Petit, uno dei più grandi cornettisti della prima generazione

Buddy Petit, uno dei più grandi cornettisti della prima generazione

SHARE

Il 4 luglio 1931 a New Orleans, in Louisiana, la città dove è nato nel 1887, muore Buddy Petit, uno dei più grandi cornettisti della prima generazione.

Il blues feeling

La critica è concorde che la sua unicità non sta né nella potenza del suono né nel virtuosismo tecnico-strumentale ma nel cosiddetto “blues feeling”, cioè nel senso del ritmo e nella fantasia creativa. Sono proprio queste doti che inducono non pochi dei suoi contemporanei a considerarlo il primo vero “king”, re di di New Orleans e a collocarlo al livello di Louis Armstrong. Il suo vero nome è quello di Joseph Crawford, ma egli sceglie di esibirsi con un nome d’arte prendendo in prestito il cognome del suo patrigno Joe Petit. Dopo aver debuttato con varie brass band, costituisce nel 1916 una sua orchestra della quale è co-leader il famoso clarinettista Jimmie Noone e con la quale si conquista una grande reputazione e una enorme popolarità.

Anche Armstrong al funerale

Dopo una breve parentesi a Los Angeles a fianco di Jelly Roll Morton (che rispedisce a casa il povero Petit trattandolo da straccione per i suoi abiti da campagnolo), forma una nuova orchestra denominata Young Olympians con la quale effettua anche una tournée a Chicago su invito di Bill Johnson. Nel 1920 organizza la Black and Tan Orchestra, chiamandovi a far parte, tra gli altri, il giovanissimo clarinettista Edmond Hall. Suona quindi con George Lewis alla Economy Hall effettuando un lungo tour con tappe a Houston e Galveston. Nel 1924 è a Spanish Fort e negli anni immediatamente successivi si esibisce in varie località del Golfo del Messico e lungo il corso del Mississippi. Verso la fine degli anni Venti suona sul piroscafo S.S. Capitol alla testa di un suo nuovo gruppo del quale fanno parte Abbie Foster, Eddie Morris e Albert Alcorn. Al suo funerale prende parte lo stesso Armstrong che in quei giorni suonava al Suburban Garden.

Previous articleCorky Hale, tanti strumenti e tanto impegno
Next articleAl via la campagna “Insieme piantiamo gli alberi”
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".