Home C'era una volta Castor McCord, il jazzista che lasciò la musica per fare il parrucchiere

Castor McCord, il jazzista che lasciò la musica per fare il parrucchiere

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Il 14 febbraio 1963 muore a New York il sassofonista e clarinettista Castor McCord, uno dei protagonisti del jazz degli anni Trenta.

Il fratello di Theodore

Nato a Birmingham, in Alabama, il 17 maggio 1907 è il fratello del sassofonista Theodore e con lui debutta in seno ai Blue Grass Buddies di Edgar Hayes. Quando frequenta la Wilberforce University di Xenia nell’Ohio viene scritturato dell’orchestra di Horace Henderson, con la quale si esibisce prima ad Atlantic City e quindi a New York. Nel 1929 entra a far parte dell’orchestra di Louis Armstrong. Effettua quindi una lunga tournée con Eubie Blake prima di aggregarsi all’orchestra di Charlie Matson a New York nel 1931.

Il successo e l’abbandono

Sempre nel 1931 viene scritturato dalla Mills Blue Rhythm Band, nella quale si ritrova assieme al fratello Ted e con la quale ha modo di mettersi in evidenza come solista di sax tenore dal fraseggio aggressivo e dalla sonorità ribollente. In seguito fa parte dell’orchestra del celebre show “Blackbird Of 1934” con la quale viene in Europa e durante il suo soggiorno parigino ha modo di suonare a fianco di Armstrong e di Coleman Hawkins. Nel 1937 è ad Amsterdam alla testa di un suo trio, successivamente a Parigi con la Fletcher Allen’s Band e a Rotterdam con la Walter Rain’s Band. Rientrato a New York nel 1938 suona ancora con Leon Abbey e quindi con Benny Carter con la cui orchestra si esibisce al Savoy. Nel 1940 suona con Eddie Mallory e negli anni immediatamente successivi con Claude Hopkins. Verso la metà degli anni Quaranta stanco di girovagare abbandona la professione di musicista per dedicarsi a quella di… parrucchiere.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".