Home C'era una volta Charlie Ventura, un grande sassofonista bianco

Charlie Ventura, un grande sassofonista bianco

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Il 2 dicembre 1916 a Philadelphia, in Pennsylvania, nasce il sassofonista Charlie Ventura, uno dei grandi protagonisti del jazz orchestrale.

Unico musicista in famiglia

Nato in famiglia numerosissima, ben dodici fratelli, è il solo a dedicarsi alla musica, scegliendo subito lo strumento al quale resterà fedele, il sassofono. Comincia con il C melody sax, uno strumento che all’epoca era suonato soltanto da Frankie Trumbauer e da Mezz Mezzrow, ma il primo sassofonista a influenzarlo è Chu Berry, al quale si ispira mentre alterna lo studio al lavoro nella fabbrica di cappelli che ha il padre. All’inizio egli anni Quaranta decide di dedicarsi interamente alla musica collaborando con i musicisti più in auge tra i modernisti, come Dizzy Gillespie, Roy Eldridge, Bill Harris, Buddy De Franco, con i quali ha modo di suonare sempre più frequentemente nel corso di numerose jam sessions. Nel 1942 Ventura, che nel frattempo ha optato per il sassofono tenore, incontra Gene Krupa, della cui grande orchestra viene chiamato a far parte e con la quale ha modo di suonare fin verso la fine del 1943. Dal 1943 al 1944 suona nel gruppo di Ted Powell, tornando sul finire dell’anno con Gene Krupa, ancora nella grande orchestra e successivamente in formazioni ridotte. Nel 1945 ottiene un grande successo con Dark Eyes e Body And Soul incisi in trio con Krupa e Teddy Napoleon.

Uno stile originale

Nel 1946 Ventura forma una grande orchestra che tiene in vita fino al 1947, quando decide di dedicarsi a formazioni più ridotte, che gli danno un’enorme popolarità anche come direttore d’orchestra. Di queste formazioni, particolarmente apprezzata è quella che lo vede al fianco di Kai Winding con una ritmica formata da Lou Stein, Bob Carter e Shelly Manne, con l’inserimento della voce di Buddy Stewart, utilizzato come terzo elemento nella front line costituita dai due fiati. Nel 1950 Ventura forma ancora una volta una grande orchestra che mantiene in vita fino al 1951 quando entra a far parte dei Big Four con Marty Napoleon, Chubby Jackson e Buddy Rich. Fino alla fine degli anni Cinquanta si dedica prevalentemente alla direzione di piccole formazioni. suonando soprattutto in club di Las Vegas e incidendo frequentemente. Negli anni Sessanta ha di nuovo una grande orchestra e in seguito piccoli gruppi. Dal 1976 lavora come freelance. Strumentista eccellente anche al sassofono baritono, Ventura, che è fornito di una tecnica eccezionale, nasce dalla matrice di Coleman Hawkins, ma il suo stile è originale ed estremamente trascinante, così da poter essere considerato, con Phillips, il miglior tenorsassofonista bianco della scuola di Coleman Hawkins. Muore il 17 gennaio 1992.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".