Home C'era una volta Coo Coo il simpatico

Coo Coo il simpatico

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Il 13 dicembre 1950 a New Orleans, in Louisiana, una crisi cardiaca stronca il cinquantenne Elmer “Coo Coo” Talbert, un trombettista con la vocazione del mattatore in scena.

Amatissimo a New Orleans

Personaggio amatissimo per la sua simpatia ottiene il suo primo, vero, contratto professionale a ventinove anni quando entra nella formazione della Olympia Band di Arnold Du Pas, un’orchestra che ha al clarinetto un campione del calibro di George Lewis. Inizia tardi, ma recupera presto il tempo perso. All’inizio degli anni Trenta, infatti, Kid Rena lo vuole nella sua brass band. Nel 1935 è nel gruppo fisso del Mamie’s Beer Garden di New Orleans al fianco di strumentisti come Paul Barnes e di Johnny St. Cyr. Fin dalla più tenera età soffre i problemi cardiaci che, con il procedere degli anni, si fanno sempre più complicati e ne limitano le possibilità.

L’avventura con George Lewis

Nel corso degli anni Quaranta viene chiamato a far parte stabilmente della jazz band del suo vecchio compagno George Lewis. Con questo gruppo lavorerà anche a varie sedute registrazione. Esuberante sulla scena e dinamico alla tromba, sfrutta la sua abilità vocale per lanciarsi in divertenti improvvisazioni spesso articolate su una sorta di botta e risposta con il pubblico. Un po’ per l’epoca e un po’ per la sua fondamentale riluttanza a chiudersi in sala di registrazione quando muore non lascia molto di sé. A parte qualche registrazione con la band di Lewis, i suoi migliori documenti discografici restano quelli incisi nel 1946 sotto la leadership di Albert Jiles, rarissimi perché provenienti da una seduta di registrazione privata realizzata in modo artigianale.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".