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Coronavirus, il florovivaismo italiano al collasso

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Coronaviurs, il florovivaismo è al collasso

Prima protagonista del calendario fieristico internazionale del settore orto-florovivaistico a dover fare i conti con l’emergenza sanitaria, Myplant & Garden, la più importante manifestazione italiana del verde, ha inviato al capo del Governo e al MIPAAF una richiesta di sostegno per il comparto “ormai vicino al collasso”.

Il florovivaismo sta appassendo

Toccati proprio di recente i record produttivi del florovivaismo e quelli alla vendita del giardinaggio, il settore rappresentato dalla fiera è in ginocchio.

Si tratta di un duro colpo per tutti gli attori del comparto orto-florovivaistico italiano, internazionale e per noi” commentano da Myplant & Garden (posticipata a settembre 2020, FieraMilano Rho).

In base ai dati raccolti, dopo anni di difficoltà, “la lunga semina stava dando buoni segnali: il mercato del giardinaggio italiano era cresciuto di 100 milioni di euro negli ultimi 2 anni, toccando quota 2,863 miliardi di euro alla vendita.

Il valore alla produzione del florovivaismo era giunto a 2,57 miliardi di euro e toccando il nuovo record dell’export con 884 milioni di euro (+7,6%)”.

Ora è tutto fermo”, si legge nella missiva cui si sono unite alcune delle più importanti realtà associative del settore (AICG, ANVE, ASSOIRIDE, ASSOVERDE, FEDERFIORI, CONFAGRICOLTURA LOMBARDIA, SIA, ASSOCIAZIONE ARBORICOLTORI, ANCEF, ETP, AFI, AIDTPG, AIPV): un patrimonio di diverse migliaia di aziende e di decine di migliaia di addetti.

Allo stop degli ordinativi domestici, sono seguiti la chiusura dei punti vendita e il totale blocco delle merci, sia nei luoghi di produzione (serre, vivai, terreni, imprese, laboratori, ecc.), sia nei luoghi di interscambio (hangar aeroportuali, porti e magazzini ferroviari), sia alle frontiere.

Il blocco frontaliero, di là dai problemi strettamente logistici viene segnalato dalle principali associazioni di categoria anche come ‘pretestuoso’, ‘discriminante’ e privo di senso, dovuto alla richiesta di Paesi esteri di non meno specificate certificazioni ‘virus-free’ dei prodotti italiani.

Parliamo di centinaia di milioni di euro di prodotti vegetali in deperimento, molti dei quali saranno presto sradicati, distrutti, fresati ed eliminati.

Parliamo di prodotti stagionali che stanno ipotecando il destino delle produzioni seguenti, tra trapianti, innesti e lavorazioni su nuove colture che non possono essere rimandati.

Ciò comporta un gravissimo danno per l’intero sistema produttivo italiano e per il ‘made in Italy’, vera e propria eccellenza riconosciuta internazionalmente.

Le imprese, gli addetti, l’indotto sono allo stremo delle forze.

L’intervento pubblico – chiude la missiva – è necessario perché “questo momento gravissimo non divenga fatale per il settore”.