Scogli di grande pregio per l’ecosistema marino distrutti; praterie di piante sottomarine di Posidonia oceanica che si estendevano per circa settemila metri quadrati sul fondo del mare e importanti per la salvaguardia della biodiversità perse per sempre; acqua interna al relitto contaminata. Sono solo alcuni dei danni ambientali provocati dal naufragio della Costa Concordia e che sono stati stimati in circa 12 milioni di euro dall’Ispra.
L’ultima valutazione di risarcimento da parte dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale è limitata ai danni ad oggi (ma che potrebbe aumentare nelle operazioni di trasferimento del relitto) e fa parte di un fascicolo per disastro ambientale sul tavolo della Procura della repubblica di Grosseto, che il 17 luglio scorso ha ammesso il ministero dell’Ambiente come parte civile. Per danni che, solo per fare qualche esempio, riguardano l’ecosistema marino del sito Scogli delle Scole e di Punta Gabbianara, la contaminazione delle acque interne al relitto; l’inquinamento per la presenza di imbarcazioni nell’area che è nell’Area Marina Protetta dell’Arcipelago Toscano, all’interno di un Sito di Importanza Comunitaria (Sic) che rientra nella cosiddetta Regione Biogeografica Mediterranea.
Costa Concordia gravi danni ambientali
Il danno ambientale maggiore è stato calcolato in 7,46 milioni di euro per l’aspirazione e la depurazione delle acque contenute nel relitto (248.794 metri cubi), che oggi sono a tutti gli effetti ‘rifiuti liquidi’, fortunatamente non dispersi durate il raddrizzamento della nave. Danno cominciato quando la Concordia ha urtato gli ‘scogli delle Scole’ provocando lo squarcio attraverso cui l’acqua marina ha cominciato ad entrare nello scafo e ad alterarsi in contatto con sostanze di superfici e oggetti, piccole quantità di idrocarburi rimasti dopo lo svuotamento delle cisterne, alimenti putrefatti, detergenti per pulizia e igiene, solventi e resine, metalli e plastiche.
Il danno sull’ecosistema marino di Punta Gabbianara (dove è rimasta appoggiata la Concordia dal momento del naufragio sino al raddrizzamento) è di 3,7 milioni di euro per il risarcimento e la riparazione di circa 7.500 metri quadrati di Posidonia oceanica in cui vivono numerose specie di vertebrati ed invertebrati. Importante la presenza di ‘Pinna nobilis’, un mollusco per cui è richiesta una protezione rigorosa.
Duecentomila euro sono stati calcolati per la riparazione primaria del danno sull’ecosistema marino del sito ‘Scogli delle Scole’ (dove c’e’ stato il primo impatto della nave). Un habitat marino andato in parte distrutto facendo morire flora e fauna e sottraendo questa ricchezza ai subacquei e con un danno anche per il turismo. Una ‘ricucitura’ dello scoglio è possibile riposizionando quello asportato cucendolo con prodotti speciali.