Home C'era una volta Danielle Darrieux, una straordinaria interprete istintiva

Danielle Darrieux, una straordinaria interprete istintiva

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Il 1° maggio 1917 nasce a Bordeaux l’attrice e cantante Danielle Darrieux. Fin da bambina inizia a frequentare regolari corsi di pianoforte e violoncello al Conservatorio di Parigi.

Via da Holliwood!

La svolta nella sua vita avviene quando viene scritturata ancora quattordicenne Danielle Darrieux per il film musicale “Le bal” di Wilhelm Thiele. La sua prova convince la produzione a offrirle un contratto di cinque anni. In quegli anni il suo ruolo è quello della monella bizzarra e dispettosa che accompagna o fa da controcanto al protagonista della storia. Tra i film che la vedono protagonista c’è anche “Mauvaise graine”, un lungometraggio uscito nelle sale italiana con il titolo “L’amore che redime”. Danielle Darrieux lo gira nel 1933 e il regista è un giovane austriaco fuggito dal suo paese per evitare la repressione nazista. Il suo nome è Billy Wilder. La sua interpretazione in questa pellicola non sfugge a un regista come Anatole Litvak che nel 1935 affida proprio a lei l’impegnativo ruolo della contessa Marie Vetsera in “Mayerling” al fianco di Charles Boyer. Il film ottiene un successo straordinario in tutto il mondo e le apre le porte di Hollywood. Considerata ormai un’interprete di rango internazionale Danielle, che nel frattempo ha sposato il regista e scenografo francese Henri Decoin, viene scritturata dalla Universal con un contratto di ben sette anni. Nonostante il successo l’esperienza hollywoodiana è destinata a interrompersi prima del tempo. La nostalgia della Francia è più forte della seduzione della Mecca del cinema e l’attrice rompe il contratto con la Universal. Tornata in Francia interpreta una lunga serie di film drammatici. Quando Parigi e la Francia subiscono l’onta della sconfitta e dell’occupazione nazista, Danielle Darrieux, a differenza di molti suoi colleghi, decide di non andarsene e resta a recitare nella Francia occupata. La decisione attira su di lei le critiche degli ambienti della resistenza ma alla fine del conflitto si scoprirà che la donna è stata costretta a restare dalla minaccia nazista di arrestare suo fratello se avesse rifiutato di collaborare.

Gli amori e la vita

Trova poi il modo di complicarsi la vita anche sul piano sentimentale. Alla fine del 1941, innamoratasi del diplomatico dominicano Porfirio Rubirosa divorzia dal marito e sposa il suo nuovo amore. È l’inizio di una nuova, tremenda avventura. Rubirosa, accusato di essere una spia antinazista, nonostante il suo passaporto diplomatico viene arrestato in attesa di un internamento in un carcere tedesco. Danielle Darrieux, disperata accetta di esibirsi per gli occupanti in una lunga tournée in cambio della liberazione del marito. Ottenuto il suo rilascio, i due si rifugiano in Svizzera. Con la Liberazione anche il loro amore entra in crisi e Danielle lo lascia definitivamente nel 1947. L’anno dopo sposa il regista George Mitsikides, più volte da lei definito “l’uomo della sua vita”. I due vivranno insieme fino al 1991, anno in cui lui muore. Riprende anche a lavorare accettando la richiesta di Jean Cocteau di vestire i panni della Regina di Spagna nel film “Ruy Blas” del 1947. È l’inizio di una nuova stagione di successi. Più matura e consapevole dei suoi mezzi tende differenziare le interpretazioni spaziando in ruoli diversi. A partire dagli anni Sessanta riduce progressivamente il suo impegno cinematografico dedicandosi anche al teatro dove ottiene grandi successi. Il passare del tempo non scalfisce la popolarità e, nonostante gli anni, anche nel nuovo millennio non rinuncia a qualche presenza significativa in film come “Otto donne e un mistero” di François Ozon del 2002 o “Nouvelle chance” di Anne Fontaine del 2006. Muore a Bois-le-Roi il 17 ottobre 2017.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".