Home Punti di vista Francesco Boccia, autore di Il Volo: «La natura il mio grande amore»

Francesco Boccia, autore di Il Volo: «La natura il mio grande amore»

SHARE
Francesco Boccia

Francesco Boccia è l’autore della canzone “Grande amore”, scritta a quattro mani con il musicista napoletano Tommy Esposito, interpretata dal trio Il Volo, vincitrice del Festival di Sanremo 2015. Un “grande amore” quello di Francesco Boccia per la musica. Napoletano doc, cantante, compositore, musicista, Francesco è l’autore della canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2015, “Grande amore”, cantata da Il Volo.

Ciao Francesco, allora, prima di ogni cosa: “Grande Amore”, una vittoria importante anche per la tua carriera. Te lo immaginavi questo successo?

Sono ancora emozionato e stordito da questo grande risultato. Non so dire se me lo aspettavo ma ci ho creduto, questo sì, lo posso dire. Io e Tommy abbiamo aspettato tanto ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Siamo contentissimi. Ora abbiamo in cantiere molte altre cose, stiamo scrivendo altri pezzi, tanti progetti. E’ tutto molto bello, spesso le cose succedono tutte insieme e a volte all’improvviso.

Quando è nata la canzone?

La canzone è nata circa 12 anni fa. Proprio quest’anno mentre preparavo il plico da spedire al Festival, mi sono accorto che la data di registrazione del brano alla SIAE aveva la data del 2003.

Risale a diversi anni fa.

Esatto. E’ stata parecchio tempo nel cassetto. Ma noi eravamo sicuri che questa canzone era nata per il Festival, aspettavamo solo l’occasione giusta. L’abbiamo presentata un paio di volte mi sembra nel 2005 e poi nel 2007, ma le cose purtroppo non andarono a buon fine.

E questa volta come è andata?

A volte bisogna aspettare il momento giusto, le persone giuste e le cose accadono. Quest’anno dovevamo presentare il pezzo con il gruppo Opera Pop. Era stato deciso di fare un’operazione con loro per Grande Amore ma c’è stato un problema. Purtroppo il cantante superava il limite d’età, 36 anni, per partecipare alla categoria Sanremo giovani. Un problema grande. La direzione artistica di Sanremo e Carlo Conti si sono innamorati del pezzo e così mi è stato chiesto se potevano darlo ad un altro gruppo. Non ci crederai ma quando mi è stata proposta la cosa, prima ancora che mi facessero il nome dei cantanti, io avevo già indovinato.

Cioè avevi capito che il gruppo era Il Volo?

Già, ho pensato al rock e al canto lirico. La canzone si adattava a loro perfettamente.

Hai incontrato i ragazzi prima del Festival? Come è stato lavorare con loro?

Prima dell’incontro a Sanremo, ci siamo sentiti molto durante la lavorazione in studio. Tra noi si è subito creata un’alchimia. Abbiamo lavorato sul testo, abbiamo cambiato qualche parola e lavorato sull’adattamento.

E cosa hai provato quando hanno vinto? 

Non riesco a descriverlo. Una gioia immensa però purtroppo mi sono dovuto trattenere. Stavo facendo con la mia band i “Quisisona” il Dopofestival perciò appena arrivata la notizia non ho potuto come potrai immaginare, esultare.

Insomma non hai potuto festeggiare.

No, ho dovuto aspettare.

Come è nata la canzone?

La canzone è nata al pianoforte, nel 2003. Ero nella mia stanza di notte, tutte le idee mi vengono prima di addormentarmi. Se sono buone, mi alzo e vado a registrare. Uso un registratore di quelli piccolini, lo uso ancora, mi ha sempre portato fortuna. Le idee scappano se non le fermi, bisogna “acchiapparle al volo”. La feci ascoltare a Ciro, cioè Tommy Esposito, e lui ne fu subito entusiasta ma mi disse che mancava qualcosa. Secondo lui ci voleva un’apertura dopo Grande amore, un ritornello. Così ci lavorò un po’ su e il giorno dopo mi richiamò. Aveva trovato il pezzo mancante. Mi ricordo che stava guidando. A lui le idee invece gli vengono in macchina, mentre è al volante.

Di cosa parla Grande amore?

La canzone parla dell’amore ma non si riferisce necessariamente all’amore tra due persone. Il grande amore è sempre attuale, può essere attribuito a qualsiasi cosa. La canzone è stata accusata di essere un po’ demodè, ma io non sono d’accordo. L’amore come sentimento non passerà mai di moda. La forza del testo per me è questa, semplice e attuale. Abbiamo aspettato dodici anni ma ne è valsa la pena. Ce lo sentivamo che sarebbe successo. Sembra una favola, è tutto così magico. Quando ci credi veramente le cose si avverano.

Il successo continua. Il Volo domina le classifiche e ora è ufficiale: saranno all’Eurovision 2015 con “Grande Amore”.

Sì, Grande amore sarà all’Eurofestival, la Champions League della canzone italiana.

Francesco, quali sono i tuoi prossimi progetti?

Sto lavorando a molte cose. Con la mia band Quisisona stiamo preparando altre date. Abbiamo tanti appuntamenti dal vivo, durante l’anno facciamo più di 150 date live. Il live è importante, ogni volta conquisti una parte del pubblico. Anche le radio ci sostengono, non i grandi network chiaramente, siamo una realtà indipendente, non abbiamo una major. Suonare dal vivo è la nostra forza. La nostra è una conquista sul campo.

Quest’anno siete stati la band resident del Dopofestival.

Sì, è stata una grande occasione. Ora stiamo lavorando molto con il gruppo, vorremmo riuscire ad andare a Sanremo, speriamo come “Big”. Un’altra grande sfida.

Un anno importante, denso questo 2015.

Mamma mia! Sono invecchiato di dieci anni (ride, ndr). In quella settimana ho perso addirittura dei chili. Sembrava come quando facevo il militare. Grandi emozioni, nervosismo, gioia, amore e poi le critiche, ma quelle non mancano mai.

Si sono sollevate diverse polemiche sulla canzone e sui ragazzi.

Accidenti, di scompiglio intorno a Il Volo ne è stato creato parecchio. Ma funziona così. Le critiche ci sono sempre, ci sono abituato. All’epoca quando anch’io partecipai a Sanremo (nel 2001 in coppia con la cantante Giorgia Caliendo con la canzone “Turuturu”, ndr) di critiche ne ricevetti tante. Pensa che adesso se non arrivano, mi preoccupo. In fondo anche quelle servono, è una forma di pubblicità. Per quanto riguarda “Grande amore”, spero se ne parli sempre bene. Soprattutto dei ragazzi, loro sono bravissimi, dei grandi artisti e molto apprezzati all’estero. Hanno suonato per i grandi della musica, per loro hanno scritto dei grandi musicisti. In questo Festival li hanno attaccati parecchio. La critica più grande che gli è stata fatta è che non hanno salutato i vecchi manager. Insomma, non dimentichiamoci che hanno vent’anni, che in quel momento sono stati sopraffatti dall’emozione. Io li ho conosciuti, sono dei ragazzi con una spontaneità e semplicità da fare invidia, non sono per niente delle superstar. Sono simpatici e stanno vivendo tutto questo con naturalezza. Spero che invece li tutelino, che non li trattino male. Sono una cosa bella e possono rappresentare l’Italia nel mondo. Abbiamo autori e musica grandi in tutto il mondo. In Italia facciamo spesso l’errore di giudicare male quello che è nostro, il bel canto che ci ha portato a diventare grandi. Bisogna stargli vicino, sostenerli. Uso tantissimo i social network e all’estero non capiscono il perché di tutte queste critiche, insomma si meravigliano.

Francesco, tu abiti a Napoli vero?

Sì, è la mia città, l’altro mio grande amore.

So che anche tu sei amante della natura. Cosa fai personalmente per aiutare l’ambiente?

Non è facile per me. Abito a Napoli, in una cosiddetta zona a rischio anche da questo punto di vista. Cerco di fare la mia parte ma non è sempre facile. Dove abito io ad esempio, non ci sono i cassonetti per la raccolta differenziata. Non ci sono centri di smaltimento. La situazione è disastrosa e non si sa fino a che punto siamo arrivati. Voglio dire sappiamo quello che ci dicono le fonti ufficiali ma non sappiamo cosa ci mangiamo, da dove arriva quello che mettiamo sulle nostre tavole. Viviamo una situazione bruttissima, l’ambiente non è rispettato per niente.

Tu come vivi questa situazione?

Male. Non c’è la giusta cultura ma soprattutto non ti mettono in condizione di poter contribuire a migliorare le cose. Non c’è un’educazione. Secondo me Napoli non è preparata, nella quotidianità non ci sono servizi. Tutto questo mi fa star male. Una città così bella, abbandonata a se stessa. Ci vuole cura. La città ha avuto un degrado enorme, sta soffrendo.

Qual è la cosa che ami di più di Napoli?

La cosa più bella di Napoli è Napoli. Non riuscirei mai a starle lontano. Cercherò di rimanere nella mia città per fare qualcosa di buono. Ma ci vorrebbe un miracolo. Bisognerebbe partire dai bambini, dalle scuole. Amo il verde, la natura ma in città è diventata un miraggio. Penso al viale vicino casa mia un tempo pieno di bellissime palme. Ora si sono ammalate e le hanno tagliate. A vederlo ora mi piange il cuore, è tristissimo ed è come se avesse perso l’anima.

Stai scrivendo altre canzoni per Il Volo?

Ho già proposto loro sei pezzi, vedremo. Ho il cassetto pieno di canzoni che adesso aspettano solo di “prendere il volo”.