Home C'era una volta George Duvivier, un innovatore con le radici nella tradizione

George Duvivier, un innovatore con le radici nella tradizione

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Il 17 agosto 1920 nasce a New York il bassista e compositore George Duvivier, un musicista nato nel jazz ma molto apprezzato anche dalle star del pop.

Severi studi musicali

Fin da piccolo si dedica a severi studi musicali presso il Conservatorio di Musica e arte della sua città studiando violino e più tardi composizione e arrangiamento presso l’università di New York. Nel 1941 esordisce con Coleman Hawkins. L’anno successivo viene ingaggiato da Lucky Millinder per il quale firma i primi arrangiamenti. Dal 1943 al 1945 interrompe l’attività musicale per prestare servizio militare, ma al suo ritorno approda nella grande orchestra di Jimmy Lunceford ove svolge compiti di arrangiatore fino alla morte del leader. Accetta poi di unirsi a Nellie Lutcher prima di suonare con Terry Gibbs, Don Redman, Bud Powell, Pearl Bailey, Billy Eckstine, ma soprattutto con Lena Horne.

Senza punti deboli

Nella seconda metà degli anni Cinquanta è uno dei musicisti più apprezzati sia come accompagnatore di cantanti che di solisti di gran fama. Si calcola che oltre ottanta cantanti, compreso Frank Sinatra, lo abbiano voluto come arrangiatore o come musicista mentre un numero altrettanto grande di musicisti lo hanno voluto nella loro ritmica. Anche in campo cinematografico lavora alle colonne sonore di film come “Serpico”, “Una faccia piena di pugni”, “Operazione terrore”, “Il padrino” e per filmati pubblicitari, oltre che per programmi televisivi con l’orchestra di Bobby Rosengarden e per spettacoli come quello di Ed Sullivan. Bassista tecnicamente preparatissimo ha avuto anche numerose esperienze in campo sinfonico. Molti critici sostengono che non abbia praticamente punti deboli: splendida sonorità, indiscutibile precisione, spiccato senso del tempo e feeling. Può considerarsi un bassista proveniente dalla tradizione iniziata con Jimmy Blanton e proseguita con Ray Brown, ma il suo stile è del tutto originale. Muore l’11 luglio 1985.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".