Home C'era una volta Gerald Wiggins, il pianista jazz che non disdegnava il pop

Gerald Wiggins, il pianista jazz che non disdegnava il pop

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Il 12 maggio 1922 nasce a New York il pianista Gerald Wiggins, un versatile e curioso protagonista della scena musicale statunitense.

Studi severi

Wiggins perfeziona la sua preparazione con severi studi musicali, prima presso la Martin Smith Musical School e poi presso la High School Of Music & Art, iniziando subito dopo la professione. Per un anno accompagna Stepin Fetchit op isopo un semestre passato con l’orchestra di Les Hite, si unisce per un altro anno all’orchestra di Louis Armstrong. Al termnine dell’esperienza con Armstrong viene scritturato da Benny Carter, che lo porta con sé in tournée fino al momento in cui viene richiamato alle armi, nel 1944. Non abbandona però la musica visto che suona con la banda militare a Fort Lewis e al momento del congedo torna con Carter.

Lo stesso entusiasmo e lo stesso impegno

Dal 1950 al 1951 è in tournée in Europa, come accompagnatore di Lena Horne e, al ritorno, si stabilisce a Los Angeles, dove forma un trio, dividendo il suo tempo tra questa attività e quella televisiva e di registrazione con Frances Faye, Ella Mae Morse e Les Baxter. Dal 1956 al 1958 suona con Spike Jones e con Helen Grayco e, nello stesso periodo, si esibisce con Kay Starr, nonché in alcuni film come “A qualcuno piace caldo”. Nel 1959 entra nell’orchestra di Harry James e successivamente suona soprattutto come free-lance negli studi cinematografici e di registrazione. Negli anni Settanta del Novecento suona con Teddy Edwards, Leroy Vinnegar, Eartha Kitt, Helen Humes e molti altri. Pianista assai versatile nella sua lunga carriera esprime con lo stesso entusiasmo e senza troppi problemi sia nel jazz che nel pop. Muore il 13 luglio 2008.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".