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Il Mediterraneo a rischio… meduse

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meduse nel mediterraneo

Il Mediterraneo? E’ a rischio…meduse. La loro puntura è molto dolorosa, ma non pericolosa, fortunatamente, per l’uomo.

Il fenomeno delle meduse, un unicum nel Mediterraneo

Franco Andaloro, responsabile sede Ispra di Palermo, spiega in un’intervista rilasciata all’Adnkronos che il fenomeno delle meduse, “si è stabilizzato soprattutto negli ultimi anni, mentre prima era molto più ciclico, “con anni dove si registrava una presenza più abbondante e altri meno”.

Oggi invece “l’inasprirsi dei cambiamenti climatici che ha modificato le condizioni del mare, ha reso questo fenomeno più stabile con una forte variabilità nei mari più o meno profondi come ad esempio il Tirreno e meno nell’adriatico”.

“Il fenomeno dell’invasione delle meduse è molto difficile da prevedere perché è legato alla presenza dei nutrienti, ai cambiamenti climatici e al trasporto delle correnti”.

Un fenomeno difficile da prevedere

L’unico strumento preventivo era stato creato dal Laboratorio di Oceanografia di Villefranche-sur-Mer , che era in grado di prevedere l’arrivo di queste strane creature sulle coste con circa 24 ore di anticipo basandosi sullo studio delle correnti, ma il progetto non fu mai rifinanziato.

“La presenza delle meduse nel Mediterraneo ha sempre rispettato un ciclo di circa dodici anni, dice Robert Calcagno, direttore dell’Istituto Oceanografico di Monaco, ma dal 2000, non vi è più stato un anno senza meduse “.

Un’invasione anomala, legata al riscaldamento globale

Esistono circa mille diverse specie di meduse in tutto il mondo, alcune appena visibili, altre con tentacoli di diversi metri di lunghezza. Molte sono spaventose e anche pericolose, come quelle che si trovano in particolare sulla costa nord-est dell’Australia e responsabili di circa cinquanta morti l’anno, e poi ci sono quelle che popolano il mediterraneo che pungono ma non sono pericolose per l’uomo.

Delle meduse si sa ancora troppo poco e ci si chiede soprattutto quale sia la causa della loro proliferazione nella maggior parte degli oceani e dei mari, compreso il Mediterraneo.

La scomparsa di predatori come le tartarughe e i tonni, come anche la pesca eccessiva, sono fattori importanti almeno quanto l’inquinamento di nitrati e fosfati nell’acqua che favoriscono la proliferazione di fitoplancton e zooplancton di cui le meduse si cibano”,

L’acqua più calda favorisce inoltre la riproduzione continua e l’acidificazione, che aumenta in tutti i mari del mondo, non hanno nessuna ripercussione sulla vita delle meduse.