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Il Nepal dice basta alla plastica

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40 anni di turismo di massa e la totale assenza di regole, hanno riempito di rifiuti il meraviglioso territorio del Nepal; 40 anni di trascuratezza che stanno distruggendo uno dei luoghi più frequentati dal turismo, attratto soprattutto dalla presenza delle vette più alte del mondo. Grazie ai “Green Soldiers”, un gruppo di volontari nato nel 2011, il Nepal ha deciso di dire basta alla plastica che ha invaso il territorio.

Il Nepal dice basta alla plastica

Era il 2011 quando, una delle guide di montagna nepalesi, coinvolse un gruppo di turisti in visita all’Himalaya convincendoli ad aiutarlo a raccogliere i rifiuti che stavano invadendo soprattutto i sentieri d’accesso alle grandi vette.

Questa pratica divenne da allora la missione di un gruppo di volontari, chiamati Green Soldiers, che si misero in testa di ripulire il territorio.
I Green Soldiers trovarono subito l’appoggio dei monaci buddisti, i quali ebbero la straordinaria idea di creare un grande e colorato Mandala con tutti i rifiuti, soprattutto quelli di plastica.
Il Mandala è una forma di arte sacra che si realizza con la sabbia e forma spettacolari disegni colorati che servono per generare comprensione e partecipazione a chi li ammira.

mandala nepal plastica

Il Mandala dei rifiuti diventa quindi un simbolo di sensibilizzazione e spinge il pubblico verso un turismo rispettoso dell’ambiente naturale, etico e sostenibile.
Il progetto è sostenuto e promosso da Viaggiaconcarlo Adventures and Expeditions, tour operator italiano specializzato nel turismo sostenibile e responsabile. Gli itinerari proposti sono frutto della passione dei soci fondatori verso un nuovo modo di viaggiare, fatto anche di impegno e di rispetto verso il sociale.

Non solo plastica

A partire dalla primavera fino a fine maggio, in Nepal si prevede, come ogni anno, l’arrivo di circa 300 alpinisti guidati dagli Sherpa sui sentieri ghiacciati dell’Everest. Data l’assenza di servizi igienici, i turisti sbrigano le loro funzioni corporali all’aperto, creando un ulteriore problema: le deiezioni umane, restando intatte nel ghiaccio per tutto l’inverno, vengono poi allo scoperto nella stagione dell’arrampicata, quando cioè si sciolgono i ghiacciai.

Il governo del Nepal ha perciò minacciato una più rigorosa applicazione delle sanzioni per convincere gli alpinisti a portare indietro al campo base le loro deiezioni.
La regola, fissata già nel 2014, ha stabilito multe fino a 4 mila dollari per le spedizioni i cui membri non porteranno indietro almeno 8 chili di rifiuti a testa (compresi quelli organici).