Home C'era una volta Indira Gandhi uccisa dalle sue guardie del corpo

Indira Gandhi uccisa dalle sue guardie del corpo

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Il 31 ottobre 1984 Indira Gandhi viene uccisa in un attentato messo in atto da Beant Singh e Satwant Singh due delle sue guardie del corpo di etnia sikh.

Un gesto inaspettato

L’atto arriva inaspettato perché compiuto da due persone al di sopra di ogni sospetto. Una delle due guardie del corpo, il quarantenne Beant Singh, era al servizio di Indira Gandhi da moltissimo tempo. I due attentatori spiegano di aver voluto vendicare la violenta repressione subita da un gruppo di autonomisti della comunità sikh snidati dall’esercito dopo essersi asserragliati nel Tempio d’Oro, uno dei luoghi simbolo della loro religione.

Non ambisco a vivere a lungo

Solo il giorno prima la leader indiana, più volte messa in guardia sulla possibilità di attentati nei suoi confronti, aveva dichiarato: «Non ho l’ambizione di vivere a lungo, ma sono fiera di mettere la mia vita al servizio della nazione. Se dovessi morire oggi, ogni goccia del mio sangue fortificherebbe l’India»

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".