Home C'era una volta Jimmy Forrest, uno dei grandi sax dell’età di mezzo

Jimmy Forrest, uno dei grandi sax dell’età di mezzo

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Il 24 gennaio 1920 a Saint Louis, nel Missouri, nasce Jimmy Forrest, uno dei sassofonisti più completi degli anni Cinquanta e Sessanta, quel periodo che nel jazz viene chiamata “età di mezzo”.

Da Duke a Count Basie

Inizia a suonare negli anni Trenta nell’orchestra di Fate Marable e poi in quella di Jeter-Pillars, ma il trasferimento a New York, assieme a Jay McShann, gli consente di entrare in un notevole gruppo orchestrale come quello di Andy Kirk, presso il quale rimane dal 1941 al 1947. Il suo momento di maggior fortuna porta la data del 1949, quando Jimmy entra nell’orchestra di Duke Ellington per sostituire Ben Webster, e in quell’ensemble, malgrado il breve periodo di permanenza, ha modo di esprimersi al meglio delle sue possibilità. Resta solo nove mesi con Duke, prima di dedicarsi a una più libera attività in compagnia del trombettista Harry Edison, con il quale collabora dal 1958 al 1963, prima di entrare nell’orchestra di Count Basie, di cui diventa uno dei pilastri.

Forza inventiva e classe

Ancor più che con Duke Ellington, proprio con Basie Forrest si afferma per la sua versatilità e la rilevante capacità di inserirsi nei collettivi e al contempo di rendere al massimo nel lavoro solistico in virtù di una forza inventiva e di una classe molto considerevoli. È anche un geniale compositore di brani come Night Train, composto nel 1952 sulle armonie dell’ellingtoniano Happy Go Lucky Local, e portato al successo con l’orchestra di Count Basie. Impedito spesso nella sua attività da un’insufficienza cardiaca Jimmy Forrest muore il 26 agosto 1980 nell’ospedale di Grand Rapids per un infarto.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".