Home C'era una volta John Kirby, la tecnica, la passione e un sogno

John Kirby, la tecnica, la passione e un sogno

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Il 31 dicembre 1908 a Baltimora, nel Maryland, nasce John Kirby, contrabbassista e suonatore di basso-tuba.

Dal basso tuba al contrabbasso

Rimasto orfano in giovanissima età Kirby si dedica allo studio del trombone. Trasferitosi a New York intorno al 1925 resta senza strumento perché qualcuno gliel’ha rubato e per qualche tempo medita di lasciare la musica. Cerca e trova lavoro riuscendo così a risparmiare denaro sufficiente per acquistare un basso tuba. Nel 1928 decide di iniziare l’attività professionale nei Brownies, il gruppo del trombonista Bill Brown col quale incide per la Brunswick. Dall’aprile 1930 al marzo 1934 viene scritturato da Fletcher Henderson. Nel 1933, dopo aver studiato sia con “Pops” Foster che con Wellman Braud, passa definitivamente al contrabbasso dopo aver idealmente concluso l’epoca del tuba con le registrazioni insieme al gruppo di Allen e Hawkins. Con il nuovo strumento, e sempre sotto la guida di Henderson, Kirby propone suoni e tecniche fino a quel momento sconosciute ai bassisti del sud.

Un sestetto da sogno

Scritturato da Chick Webb nel 1934 resta con quell’orchestra solo un anno prima di rientrare con Henderson per un altro anno e poi passare alla Mills Blues Rhythm Band nell’autunno del 1936. Nella primavera del 1937 entra a far parte del sestetto formato per l’Onyx Club di New York che alla fine del contratto con il locale decide di continuare e resta unito fino al 1942 affermandosi come uno dei gruppi più importanti di tutti gli anni Trenta. La formazione, di cui fanno parte anche Buster Bailey, Russell Procope, Charlie Shavers, Billy Kyle e O’Neil Spencer, codifica un prototipo di arrangiamento molto ricco e intersecato da interventi solistici. Sia durante che dopo la guerra, John Kirby riforma più volte il proprio gruppo e unendosi a Henry Allen e talvolta anche con Buck Clayton, finché non decide, anche per ragioni di salute, di trasferirsi in California. Qui fa occasionali apparizioni nell’orchestra di Benny Carter ma la sua idea fissa è quella di riformare  il proprio sestetto. Il diabete e le conseguenti complicazioni decidono per lui. Costretto a rinunciare al progetto muore a Hollywood, in California, il 14 giugno 1952

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".