Home C'era una volta Kenny Burrell, il chitarrista più vicino all’estetica dello hard bop

Kenny Burrell, il chitarrista più vicino all’estetica dello hard bop

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Il 31 luglio 1931 a Detroit, nel Michigan nasce il chitarrista Kenny Burrell, registrato all’anagrafe con il nome di Kenneth Earl Burrell.

Guitar Forms

Nato in una famiglia di musicisti, studia chitarra classica. Il suo debutto avviene con Candy Johnson nel 1948 cui segue la collaborazione con Count Balcher nel 1949 e con Tommy Barnett nel 1950. Nel 1951 suona con Dizzy Gillespie, e in seguito organizza propri gruppi fino al marzo 1955, quando rimpiazza Herb Ellis nel trio di Oscar Peterson. Nel 1955 diviene Bachelor of Music alla Wayne University di Detroit. Si trasferisce poi a New York dove suona con diversi gruppi e, nel 1957, collabora con Benny Goodman. Da allora inizia a guidare propri ensemble e soprattutto a lavorare come musicista di studio. Incide con. Kenny Dorham, Gene Ammons, Frank Foster, Frank Wess, Thad Jones, Stan Getz, Lalo Schifrin, Kai Winding. Partecipa alla bossa-nova craze registrando con la cantante brasiliana Astrud Gilberto. Nel 1965 incide Guitar Forms un album da molti considerato il suo capolavoro, con la collaborazione, in cinque brani, dell’arrangiatore Gil Evans.

Versatilità e raffinatezza

Nel 1969 apre anche un proprio locale, il The Guitar, e nel 1971 dopo una lunga e fortunata tournée giapponese inizia una intensa attività didattica in molti college americani. Nel 1973 si stabilisce definitivamente in California, dove lavora intensamente come musicista di studio a Los Angeles, partecipando inoltre a concerti, festival, seminari, ecc. Influenzato inizialmente da Charlie Christian, ma anche da Django Reinhardt, Burrell è forse il chitarrista più vicino all’estetica dello hard bop, pur se la sua ampia versatilità e le sue doti di spiccata raffinatezza gli hanno permesso di esprimersi in più idiomi, rivelandosi non solo abile strumentista, ma anche interprete essenzialmente lirico e sofisticato. Molti critici evidenziano infine la vastità del raggio del suo approccio capace di linee profondamente bluesy, di veloci tensioni, così come di raffinatezze quasi acquarellistiche (soprattutto alla chitarra acustica).

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".